M5S, in rivolta gli “amici” dell’ala sinistra: “Di Maio traditore, siamo al delitto perfetto”

19 Feb 2019 10:35 - di Franco Bianchini

La prima a mostrare rabbia era stata la senatrice pentastellata Elena Fattori: «Salvini ha già vinto, perché sul voto online i 5 Stelle si sono divisi. Sull’immunità ai politici il movimento si era già espresso. Questa è la linea di Di Maio e dei suoi fedelissimi». Subito dopo, è esplosa la rabbia dei Cinquestelle che hanno il cuore a sinistra. I loro miti sono Fico, la stessa Fattori, la Raggi e la Appendino, considerati i duri e puri. I “malpancisti” del M5S sono infuriati. Non accettano il voto su Salvini. Parlano espressamente di manipolazione e di tradimento. Mettono sotto accusa Di Maio, arrivano a chiedere perdono agli elettori. Parlano di perdita di identità e di immagine. È una rivolta, il tentativo di sovvertire l’equilibrio interno. «Mi rimangono davvero poche parole, se non quelle per chiedere scusa a chi sperava che fossimo diversi. Non lo siamo». È quanto scrive su Fb il consigliere conunale M5S di Torino, Damiano Carretto, commentando il voto sul caso Diciotti.  «Io spero solo che quel 59% un giorno possa rendersi conto di quello che ha fatto. E con loro, anche chi ha pilotato la votazione formulando un quesito con lo scopo evidente di manipolare il risultato», aggiunge e conclude: «Ora manca solamente che da Roma autorizzino il Tav e avranno compiuto il delitto perfetto».

Nel M5S tensione altissima: basta stare in silenzio

«Il risultato delle consultazioni – che non si sarebbero neanche dovute fare, considerato che nel nostro programma elettorale era previsto espressamente l’abrogazione di tutte le prerogative parlamentari che oggi sottraggono deputati, senatori e ministri dall’applicazione della giustizia e alle regole che valgono per tutti i cittadini, e quindi anche di quella prevista dall’articolo 96 della Costituzione – rappresentano comunque un risultato sorprendente», dice a sua volta il consigliere comunale del M5S di Palermo, Ugo Forello, da tempo critico con la linea di Luigi Di Maio. «Infatti, oltre il 40% dei voti, nonostante la costruzione tendenziosa ed errata del quesito, nonostante l’indirizzo e le pressioni espresse dai vertici del Movimento, hanno difeso uno dei principi fondamentali per cui i 5 stelle sono nati – dice Forello -Paola Nugnes, Elena Fattori, il Presidente Roberto Fico, i sindaci Raggi, Appendino e Nogarin e tantissimi altri portavoce nazionali e locali rappresentano oggi la vera e genuina faccia dei 5 stelle».
«Non è più il momento di restare in silenzio, ma bisogna fare sentire la propria voce – avverte Forello -È necessario aprire un confronto schietto dentro il Movimento perché la conduzione del capo politico e dei vertici ha portato ad una mutazione genetica che non è più accettabile. Per questo, in direzione ostinata e contraria, continuerò a lottare dentro il Movimento 5 Stelle con tutti i portavoce, gli attivisti e gli elettori che sono e rimangono ancora fedeli al principio di uguaglianza fra cittadini e politici, al rispetto e tutela dei diritti fondamentali della persona e all’idea di una cultura e una società fondata sulla fiducia e sull’empatia piuttosto che sulla paura», conclude.

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