Le carceri scoppiano di immigrati: detenuto gambiano aggredisce un agente

2 Feb 2019 18:30 - di Lucio Meo
polizia penitenziaria

Le carceri scoppiano e il peso dei nuovi ingressi della malavita creata dal fenomeno dell’immigrazione crea situazioni sempre più a rischio per la sicurezza all’interno delle strutture carcerarie. L’ultimo episodio da segnalare è accaduto a Bari, dove un detenuto originario del Gambia trasferito dal carcere di Potenza alla Casa circondariale del capoluogo pugliese, dopo essersi rifiutato di essere sottoposto a visita medica, ha aggredito un agente di polizia penitenziaria. “E’ l’ennesima aggressione avvenuta ieri ai danni del personale addetto alla sicurezza. L’assistente capo di polizia penitenziaria – scrive in una nota il Coordinamento sindacale penitenziario – colpito violentemente dal 22enne, ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari del Policlinico di Bari dove gli sono stati diagnosticati cinque giorni di prognosi a causa dei traumi riportati durante l’aggressione”.

La denuncia della Federazione sindacale descrive la situazione caotica in cui versano i penitenziari pugliesi e lucani. Il segretario nazionale del Co.s.p. Domenico Mastrulli punta l’indice contro la carenza di organico e l’indifferenza dell’amministrazione penitenziaria: ”In Italia i poliziotti sono 34mila a fronte delle 46mila unità del 2001. Di contro assistiamo alla crescita della popolazione carceraria che a gennaio ha superato la soglia delle
60mila unità”. Un quadro allarmante che si registra da tempo anche nei penitenziari pugliesi: ”A Foggia – dichiara Mastrulli – servirebbero almeno 80 unità di polizia in più, il carcere di Turi è ormai al collasso con 20 agenti in meno, altri destinati ad andare in pensione, altri ancora che usufruiscono dei permessi previsti dalla Legge 104
per l’assistenza a parenti disabili. Altre unità sono in procinto di essere trasferite nelle sedi penitenziarie del nord”.

 

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