L’Abruzzo è solo l’inizio: nel 2019 sei Regioni al voto. E “ciaone” alla sinistra
Dopo l’Abruzzo, che il 10 febbraio scorso è stata la prima delle sei Regioni chiamate al voto nel 2019 e ha eletto il presidente di centrodestra Marco Marsilio di FdI, domenica 24 febbraio sarà la volta della Sardegna, dove il centrodestra corre Christian Solinas. Un mese dopo si svolgeranno le elezioni regionali in Basilicata, previste per il 24 marzo dopo che il Tar ha accolto il ricorso del Movimento 5 Stelle contro la data del 26 maggio in accorpamento alle elezioni europee. Anche qui il centrodestra è considerato ampiamente favorito: il suo candidato, il generale Vito Bardi, è di altissimo profilo ed è considerato una vera opportunità di riscatto per una regione martoriata dalla gestione di centrosinistra.
Le Regioni che vanno al rinnovo
In Piemonte la data per la tornata elettorale regionale non è stata ancora decisa, ma non è escluso che possa tenersi il 26 maggio. Previste anche le amministrative nei Comuni, mentre restando in tema di regionali, le altre due Regioni chiamate al voto nel 2019 saranno, in autunno, Calabria ed Emilia Romagna.
L’Abruzzo dà l’avviso di sfratto alle giunte di centrosinistra
Nel 2019 dunque sono complessivamente sei le Regioni (tutte governate da giunte uscenti di centrosinistra) che usciranno rinnovate nei propri organi elettivi: dopo l’Abruzzo sarà domenica al voto la Sardegna, poi verrà il turno di Basilicata, Piemonte, Calabria, Emilia Romagna. E gli osservatori si aspettano che il risultato ottenuto da Marsilio si replichi anche nelle altre Regioni.