La Pernigotti ormai è finita e Di Maio deve solo nascondersi (video)
Un vero fallimento per Luigi Di Maio che soltanto un mese fa mangiava i gianduiotti che gli operari gli offrivano durante una sua visita agli stabilimenti dell’industria dolciaria tanto cara agli italiani. Mangiava e prometteva. invece, la Pernigotti, così come l’abbiamo conosciuta, è una storia finita. Dimentichiamola. Nonostante Luigi Di Maio avesse giurato soltanto un mese fa che mai e poi mai l’Italia avrebbe perso per nulla al mondo uno dei suoi marchi storici nel settore enogastronomico, i cento dipendenti della Pernigotti saranno in cassa integrazione e la storia dell’azienda si concluderà. A proposito di promesse non mantenute. Un vero fallimento per il ministro dello Sviluppo Economico.
Di Maio assente dal tavolo sulla Pernigotti
I sindacati hanno firmato l’accordo sull’ammortizzatore sociale per un anno mentre il gruppo turco Toksoz proseguirà nella sua politica di commercializzazione dei prodotti altrove. Questo significa la fine per l’azienda o almeno per come eravamo abituati a concepirla. Di Maio aveva annunciato che la proprietà turca avrebbe dovuto cedere il marchio con le buone o con le cattive, ma quest’opzione non è mai arrivata sul tavolo. Un tavolo dal quale Di Maio ha brillato per assenza. Di Maio era in Francia a fare campagna elettorale. Era a Parigi per incontrare Cristophe Chalençon dei Gilet Gialli in vista dell’alleanza con il MoVimento 5 Stelle per le elezioni Europee. Un impegno di certo più importante rispetto al destino ormai incerto dei cento dipendenti e dei centocinquanta interinali che da oggi vivranno un incubo che si concluderà tra un anno e dopo non si sa. Adesso, oltre alla Cassa integrazione, c’è la possibilità per i lavoratori di essere impiegati nello stabilimento di Laica di Arona (in provincia di Novara), che tuttavia, senza il marchio, rischia di rimanere senza investitori e di chiudere definitivamente i battenti. A Di Maio non resta che nascondersi.
Di Maio, fa il suo gioco, da sempre, visto da fuori si vede chiario….1
Anche qui una comunicazione che intende mettere in cattiva luce il governo votato dai cittadini, perché dovrebbe nascondersi di Maio per aver promesso di impegnarsi che il marchio restasse italiano, questi danni sono da attribuire alla vecchia politica. I cittadini onesti sono stanchi di queste bugie.
Di Maio in economia è un vero disastro ma comunque le colpe sono di altri: Tra gli altri c’è sempre la passata maggioranza che ha permesso tutto questo, i sindacati che non hanno mai proposto agli operai ed altri imprenditori italiani di acquistare azioni della Pernigotti in modo che non cadesse in maNI STRANIERE. vI RICORDO CHE CIRCA 40 ANNI FA LA fIAQT CERCò DI ACQUISTARE la VW e coloro che si opposero furonoproprio gli operai che agirono contro. Lo stesso si rarebbe dovuto fare con tutte le industrie italiane. E’ inutile fare i moderni quando si tratta di vendere (Svendere) ditte iotaliani alla Francia e poi quando si riesce ad acquistare qualcosa (Vedi vicenda Finmeccanica) lo stato francese ti mette tutti i bastoni fra le ruote. E comunque la Francia fa benissimo come noi facciamo malissimo.
Il ministero dello sviluppo economico è il più difficile di tutti, se non ricordo male hanno fallito Zanonato, Corrado Passera, Calenda. Forse andava messo lì il prof. Savona invece che alla Consob
Avrebbe dovuto Di Maio e lo stato italiano occuparsene di piu aiutando i lavoratori a fare una cooperativa e a salvare questa azienda d’evcelenza italiana invece di fare il reddito di cittadinanza.
Imbecille!