Inchiesta/Da Orwell alla Boldrini, così Facebook censura la destra
L’ondata di censura messa in atto da Facebook ai danni della destra, in realtà, ha la sua genesi nel 2016, quando l’Anpi ottiene l’ennesimo finanziamento dal governo Renzi, finalizzato a dare un volto alla “Galassia nera” su Facebook.
Il lavoro che l’Anpi si accinge a compiere si pone come «elemento di documentazione a sostegno della proposta “Per uno Stato pienamente antifascista” presentata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 9 gennaio 2016, e scaturita da una risposta all’ANPI della presidente della Camera Laura Boldrini del 9 novembre 2015».
È l’ex presidente della Camera, da sempre ossessionata dagli attacchi sui social, a chiedere all’Anpi non la solita attività di schedatura e denuncia (modello CEKA) ma di realizzare un moderno e complesso software (del tipo di quelli utilizzati per la “sentiment analysis” nel marketing) che passi al setaccio l’interomondo di FB.
Diecimila pagine di destra tenute sotto controllo
Titolare del progetto è il mensile dell’Anpi “Patria Indipendente”e a realizzarlo Giovanni Baldini, responsabile tecnico del sito web, che così lo spiega in una intervista a la Stampa del febbraio 2017: «Ho utilizzato un software proprietario che sfrutta le librerie di dati pubblici di Facebook, le cosiddette API. Il progetto sperimentale ha quindi rilevato oltre diecimila pagine che in qualche modo sono connesse alle correnti dell’estremismo di destra».
Il meccanismo è teoricamente semplice. si parte da un “nodo” qualsiasi (la pagina di un movimento politico di destra) e si schedano tutti i “like” ricevuti e quelli che la pagina ha effettuato, ogni soggetto così schedato a sua volta ha dei “like” in entrata e in uscita che vengono censiti… e via così, fino a costruire “la Galassia nera” che potete ancora oggi ammirare collegandovi alla pagina http://www.anpi.it/progetto/fascismo-facebook/.
Attenzione, dice ancora Baldini: «Dopo un’attenta scrematura, il numero è sceso a circa 2700 pagine, e le pagine palesemente apologetiche sono circa 300». Il responsabile Anpi sta molto attento a parlare di “pagine” e non di “profili”, perché schedare i profili sarebbe una violazione della privacy e della policy di FB (la stessa per cui Mark Zuckerberg è sotto accusa in più parti del mondo), ma è abbastanza ovvio immaginare che “la macchina” possa in effetti schedare anche le persone… ovvero le decine di migliaia di italiani che esprimono simpatie per ambienti di destra.
I guai di Mark Zuckerberg
A proposito di Zuckerberg, non è certo un caso che i suoi guai con la giustizia siano coevi a questo lavoro. Fa specie che nella stessa pagina de la Stampa campeggi un altro articolo dal titolo: “Facebook incita all’odio razziale” che racconta di come i vertici del social network siano stati denunciati, in Germania, per “incitamento all’odio razziale”. I guai di Zuckerberg diventano immediatamente anche economici, con relativo crollo in borsa e “salvataggio” da parte di investitori ben noti ai giornalisti definiti “complottisti”.
Fatto sta che, dal mattino alla sera, il lavoro svolto dall’ampi passa all’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale) e diventa la base del motore di cancellazioni avviato da Facebook proprio a partire da metà 2017.
(1 – continua)