Ilaria Alpi, il pm chiede l’archiviazione sui mandanti italiani: elementi inconsistenti

13 Feb 2019 14:12 - di Roberto Frulli
Ilaria Alpi

L’ipotesi di mandanti italiani dietro all’omicidio di Ilaria Alpi? Inconsistente secondo i magistrati romani. Che hanno indagato, su sollecitazione del giudice e che ora chiedono l’archiviazione per la vicenda.
«Si sono rivelati privi di consistenza» anche «gli elementi pervenuti in limine, che apparivano idonei, se non all’identificazione degli autori materiali ovvero dei mandanti dell’omicidio, almeno ad avvalorare la tesi più accreditata del movente che ha portato al gesto efferato o ad esplorare l’ipotesi del depistaggio», scrivono i pm capitolini» nella richiesta di archiviazione della Procura di Roma per l’inchiesta sull’omicidio di Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3 uccisa, assieme all’operatore tv Miran Hrovatin, in un agguato il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia.

L’inchiesta sui presunti “mandanti italiani” per l’omicidio di Ilaria Alpi era ripartita dopo che lo scorso 26 giugno il gip romano, Andrea Fanelli, aveva disposto nuove indagini sul caso, accertamenti da svolgere entro 180 giorni.

La nuova inchiesta su Ilaria Alpi era partita dall’intercettazione di due somali

La richiesta faceva riferimento ad una intercettazione tra due cittadini somali, presente nelle carte di una inchiesta della Procura di Firenze e inviata a piazzale Clodio nell’aprile del 2018, in cui i due, parlando di quanto avvenuto a Mogadiscio, affermano che Ilaria Alpi «è stata uccisa dagli italiani».
Le intercettazioni sono state fatte nel corso di un’indagine sugli arresti di alcuni somali accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di veicoli appartenuti all’Esercito italiano, non completamente smilitarizzati, che raggiungevano Mogadiscio a bordo di container.

Ma, appunto, dalle indagini svolte dai magistrati romani ai quali i colleghi fiorentini avevano girato i fascicoli, non sono emersi elementi rilevanti o comunque sufficienti a proseguire con le indagini.
Nel richiedere l’archiviazione, i pubblici ministeri della Capitale hanno ribadito che «mai è emerso il sospetto che “italiani” avessero eseguito materialmente l’omicidio».

«La tesi della responsabilità “degli italiani” nel duplice omicidio fu più volte prospettata e indagata nel corso degli anni ed è sempre risultata priva di concretezza – scrivono ancora i pm – come anche la responsabilità di Giancarlo Marocchino, il quale, addirittura, ha ottenuto un risarcimento per i danni subiti dalla diffusione di notizie diffamatorie. Fermo restando – aggiungono i magistrati dell’accusa – che l’ipotesi della responsabilità “italiana” va circoscritta al mandato a commettere l’omicidio poichè non è mai emerso alcun dubbio sulla esecuzione materiale da parte di un commando di cittadini somali».

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