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Il Viminale stana gli “intoccabili”: sono 78 i centri sociali antagonisti fuorilegge

Il Viminale stana gli “intoccabili”: sono 78 i centri sociali antagonisti fuorilegge

Politica - di Francesca De Ambra - 19 Febbraio 2019 - AGGIORNATO 19 Febbraio 2019 alle 16:26

Non è un allarme perché al Viminale spetta presiedere alla sicurezza dei cittadini, ma è certamente preoccupante la mappatura ed anche la “radiografia” politica dei centri sociali in Italia diffuse oggi dal ministero dell’Interno. Da quando Matteo Salvini è arrivato al Viminale, le polemiche sui centri sociali hanno registrato un’impennata che ci ha riportato agli anni ’70, epoca in cui agivano i cosiddetti “collettivi“, spesso covi di sprangatori con licenza di  spaccare teste e con tanto di soccorso rosso da parte di avvocati, scrittori, giornalisti e gente di spettacolo pronto a scattare nella fase delle indagini e assicurato negli eventuali processi.

I centri sociali anarchici sono i più numerosi

Oggi, per fortuna, non si vive più quella plumbea temperie, ma i centri sociali continuano a dividere il mondo politico. Sopratutto tra chi li paragona ad innocui laboratori sociali e chi. al contrario, vi intravede delle vere centrali di professionisti di guerriglia e di violenza. Il Viminale sembra accostarsi più a questa seconda versione, soprattutto per quel che riguarda i centri sociali autogestiti. Qui in particolare – informano dal ministero dell’Interno – i movimenti antagonista ed anarchico «estrinsecano la loro attività». E questa è l’unica caratteristica che li accomuna. Quanto al resto, infatti, essi risultato «diversificati fra loro in ragione dei diversi indirizzi politico-ideologici delle varie componenti organizzative accomunate dalla gestione di uno spazio pubblico quale luogo di aggregazione per attività d’area».

Lombardia e Lazio le regioni con il maggior numero di “autogestiti”

Questa la situazione in tutta Italia come rilevata dal Viminale: i centri sociali attivi attualmente sono 165. Di questi «87 in posizione di legalità» mentre ammontano a ben 78 «quelli occupati abusivamente». Scendendo nel dettaglio, sono La Lombardia e il Lazio le regioni italiane in cui è in attività il maggior numero di centri sociali autogestiti: rispettivamente 33 e 28 strutture, per la maggior parte situate nei capoluoghi. A Milano ci sono 24 centri sociali, a Roma 27. A seguire, si evince dalla mappa fornita dal Viminale, la Campania con 15 centri sociali (di cui circa sette solo a Napoli), l’Emilia Romagna con 14 ( di cui cinque a Bologna), il Piemonte con 13 (undici a Torino), la Toscana con 12 (sette a Firenze), le Marche con 11 (sei dei quali ad Ancona) e il Veneto con 10 (4 a Venezia). Molise e Sardegna sono le uniche due regioni italiane in cui non figurano centri sociali in attività.

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  1. angelo ha detto:

    I centri sociali sono un covo di delinquenti. Vanno chiusi tutti

di Francesca De Ambra - 19 Febbraio 2019