Il caso Diciotti è chiuso ma i 122 “presunti terroristi” sono scomparsi. Salvini che dice?

20 Feb 2019 16:49 - di Lucio Meo

Faceva molto caldo, quella notte, e non solo per la torrida temperatura dell’estate siciliana. Era da poco passata la mezzanotte del 26 agosto del 2018 quando la nave della guardia costiera, la Diciotti, ancorata nel porto di Catania, toccò il molo con la sua cima avvolgendo il suo cappio intorno alle bitte e mettendo fine a un braccio di ferro interminabile tra Roma, l’Europa, le Ong, i magistrati. La partita era Italia contro resto del mondo e si concludeva, quella notte, con un pareggio: sbarco accettato, per motivi umanitari, ma identificazione e redistribuzione in altri paesi dei migranti a bordo della Diciotti che li aveva soccorsi in mare e alla quale il ministro Salvini aveva chiesto di attraccare nella meta più vicina, secondo la legge, l’unica titolata, Malta. Da quella nave a Catania scesero 137 persone, perché decine di bambini e alcune donne erano state già trasbordate. Tra loro, anche quattro scafisti, arrestati.  In tutto, 177 persone a bordo, sbarcate in fasi successive.
Oggi quei numeri non tornano, come non torneranno i 122 migranti scomparsi nel nulla, non censiti, né in Italia né all’estero.
Da quella notte si seppe che il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che aveva impedito lo sbarco per dieci giorni, era indagato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. Secondo i magistrati, aveva privato illegalmente della libertà personale i profughi soccorsi dalla nave Diciotti. il Viminale, nella sua memoria difensiva, sostenne che – a parte le motivazioni politiche – aveva chiuso i porti italiani perché c’era la possibilità che ci fossero infiltrazioni terroristiche e o criminali, argomento poi utilizzato anche in questi giorni nelle tesi di Salvini per contrastare la richiesta di autorizzazione a procedere al tribunale dei Ministri, richiesta poi rigettata dopo il voto della piattaforma grillina e dei parlamentari della giunta.
Ma di quei migranti sbarcati, “presunti terroristi“, che fine hanno fatto ora che si è chiusa la vicenda giudiziaria che ha messo a rischio il governo giallo-verde? Secondo una tabella mostrata oggi dal programma “Tagadà” sulla Sette, sui 177 ospiti a bordo della Diciotti, ben 122 risulterebbero irreperibili: non si sa dove siano, mentre solo sedici sarebbe finiti in Irlanda e due accolti in Italia, forse dalle strutture della chiesa.
Una “sparizione” inquietante che forse chi sospettava di infiltrazioni terroristiche dovrebbe spiegare o su cui almeno si dovrebbe fornire qualche spiegazione in più. I processi politici a Salvini sono un clamoroso autogol della giustizia, ma l’assenza di trasparenza sui numeri dei clandestini e dei “fantasmi” non aiuta ad avere consapevolezza delle scelte politiche…

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