Formigoni, oggi il verdetto in Cassazione: l’ex governatore potrebbe andare in carcere

21 Feb 2019 12:49 - di Redazione

Per Formigoni, ex governatore della Lombardia alla sbarra per il caso Maugeri, oggi è il giorno del verdetto: è accusato di corruzione e lo scorso settembre, il processo d’appello si è concluso con una sentenza di condanna a 7 anni e mezzo di reclusione. Ora, l’incartamento passato alla suprema Corte per il terzo grado di giudizio, sta per mettere la parola fine alla vicenda .

Processo a Formigoni, attesa la sentenza di Cassazione per il “caso Maugeri”

È attesa per oggi 21 febbraio, infatti, la pronuncia della Cassazione sul caso Maugeri che, che vede Formigoni – per quasi vent’anni presidente della Regione Lombardia – accusato di corruzione e che per questo, adesso, rischia il carcere. In base a quanto stabilito dal codice e, come riportano le agenzie di stampa in queste ore, infatti, stando ai calcoli degli uffici giudiziari milanesi, una “piccola” parte delle imputazioni, e in particolare quella che riguarda il controverso “capitolo San Raffaele”, risulta già prescritta. Ma, nonostante le prescrizioni già registrate,e come riportato due giorni fa anche dal nostro giornale, «in caso di condanna comminata dai giudici della Suprema Corte, al netto della “modifica al ribasso della pena per la prescrizione”, l’ex Governatore lombardo rischia di finire in cella, anche secondo quanto previsto dalla recente legge anti-corruzione. Le cose non sembrano propendere per un esito positivo anche in base a quelle che sono sono state le motivazioni della condanna dei giudici d’appello che, nei fascicoli del procedimento, avevano spiegato che «Formigoni ha meritato la pena massima prevista per essere stato corrotto anche con vacanze a “spese altrui”, perché i fatti hanno “profili di gravità, oggettivi e soggettivi”». Insieme a Formigoni, tra gli imputati per lo stesso procedimento figurano anche anche l’imprenditore Carlo Farina e l’ex direttore amministrativo della Fondazione Maugeri, Costantino Passerino.

Oggi l’ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, rischia il carcere

Stando alle indagini condotte dai pm milanesi, e come riporta tra gli altri in queste ore anche il sito di Sky Tg24, secondo l’impianto accusatorio, tra il 1997 e il 2011 – quando Formigoni era presidente della Lombardia – 61 milioni di euro di fondi della Fondazione Maugeri e del San Raffaele furono sottratti e utilizzati per pagare tangenti in cambio di favori e rimborsi ai due enti. «Soldi – riferisce il tg di Sky – che sarebbero confluiti sui conti e sulle società del faccendiere Pierangelo Daccò e dell’ex assessore lombardo Antonio Simone (hanno patteggiato entrambi), presunti collettori delle tangenti, i quali avrebbero garantito milioni di euro in benefit di lusso, tra cui l’uso di yacht e il pagamento di vacanze», all’ex presidente della Regione Lombardia. E il politico in cambio avrebbe favorito la Maugeri e il San Raffaele garantendo rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie». Come anticipato, la sentenza d’appello milanese ha riconosciuto totalmente l’impianto accusatorio. Dunque, ripercorrendo l’iter processuale fino ad oggi, i giudici, in parziale riforma rispetto alla sentenza di primo grado, a settembre hanno accluso la prescrizione per alcuni episodi (riguardanti Passerino), ma questo non è bastato per ridurre le pene, anzi incrementate per due dei tre imputati. Non solo: la corte ha deciso l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Formigoni, il quale dovrà ripagare le spese legali anche di Regione Lombardia. Confermato il sequestro di denaro già depositato in conti esteri, disposta la confisca per un valore fino a 4,5 milioni di euro. oggi, infine, è il giorno della sentenza di Cassazione che concluderà un lungo e articolato iter processuale, per il quale non si esclude addirittura il carcere…

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