Foibe, la Morani posta la foto sbagliata. E il web la sfotte: “Alessia, studia la storia”

10 Feb 2019 18:07 - di Carlo Marini

Cinque contadini sloveni sul punto di essere fucilati da un plotone di soldati italiani, a Dane, pochi chilometri da Lubiana, il 31 luglio del 1942. Una foto drammatica, che posta nel giorno del ricordo delle foibe la dem Alessia Morani. “10 febbraio, Giorno del Ricordo. Per non dimenticare l’eccidio delle foibe e l’esodo dall’Istria di 350.000 italiani”, scrive Morani. Di sicuro una svista, per una foto  maledetta. Non solo perché immortala l’ultimo istante di vita di alcuni civili, ma anche perché ogni anno, in occasione del giorno del ricordo delle vittime delle foibe, diventa un epic fail per il politico di turno. Proprio a causa degli errori del passato, pare strano che l’esponente Pd sia scivolata nello stesso errore.

“Prendi in giro il M5s, ma sulle foibe fai peggio”

Immancabili le critiche ferocissime da parte degli utenti «Fb. La storia manipolata attraverso le immagini: questa è una foto di una fucilazione da parte dell’esercito italiano avvenuta nel 1942 in Slovenia. Vergognoso revisionismo storico», commenta inferocito Giovanni R. «La foto che hai postato la conosci? Sono soldati italiani che stanno fucilando chi?».  Salvatore D. incalza l’esponente dem: «Alessia si vede dalle foto che sono i tedeschi a sparare Quindi visto che sei la prima che prende in giro il MoVimento 5 Stelle per la disinformazione mi spieghi perché questa foto? Hai il coraggio di rispondere pubblicamente io sarei contento già se mi rispondessi in privato». Di sicuro, la svista apre scenari imprevedibili, Tanto da scatenare commenti improntati alla nostalgia di Stalin, Tito e dell’Unione sovietica degni di “Adda venì baffone”. Così Aldo T. immancabilmente attacca: «E le stragi dei fascisti in Jugoslavia quando le ricordiamo? La storia va ricordata tutta». Come se negli ultimi 60 anni non si fosse fornita una sola versione, a senso unico. Dove i partigiani rossi erano i buoni, senza macchia e senza colpe. 

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