È strage di poliziotti e carabinieri. Forze dell’ordine travolte dai suicidi

16 Feb 2019 6:00 - di Francesco Storace

E’ una strage senza fine. Poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti penitenziari: il suicidio diventa una pratica sempre più ricorrente tra chi è chiamato a difenderci, ed è un fenomento triste, evidentemente sempre più in espansione. Molto più diffuso rispetto alle morti per cause di servizio, dall’omicidio al semplice – ma non tanto – incidente stradale.

La conferma viene da un decreto – passato nel silenzio dei più – firmato l’altro ieri dal capo della Polizia, Franco Gabrielli. Che ha istituito un osservatorio interforze “sul fenomeno suicidiario tra gli appartenenti alle forze di Polizia”. Il che è drammatico di per sé, e sarebbe anche interessante conoscere i numeri ufficiali. Purtroppo neanche dal Viminale si riesce ad avere notizie, la diretta facebook su una questione così grave non è evidentemente prevista, né si spreca per così poco il sottosegretario Molteni nel rispondere su una questione che rappresenta una tragedia sociale.

Eppure, sembra di trovarci di fronte ad una vera e propria escalation. Scrive Gabrielli nel suo decreto: bisogna attivare “procedure, strutture e interventi atti a prevenire ovvero intercettare il disagio professione e personale, gestendone gli effetti al fine di evitare accadimenti autolesivi o autosoppressivi”.

Sono parole che paiono pietre.

Finora ogni singolo corpo gestiva la questione al proprio interno. Ora l’Osservatorio fra tutti è indubbiamente più di un campanello d’allarme.

Esistono dati ufficiosi, raccolti tra varie fonti. L’associazione Cerchio Blu, una Ong che segue le questioni legate alle forze di polizia, ha censito circa 250 morti tra il 2010 e il 2018 tra tutti i corpi esistenti, includendo anche gli operatori delle polizie locali, che non paiono invece trovare spazio nel decreto Gabrielli.

La preoccupazione nelle cifre viene evidenziata anche nel paragone con quello che succede nella popolazione generale dell’Italia. Al sito La NotiziaGiornale, tempo addietro risultava che la media dei suicidi tra i cittadini si aggira attorno a 5 casi ogni centomila abitanti. Il doppio tra le forze dell’ordine: 9,8 casi ogni centomila appartenenti.

Altro dato drammatico riguarda la modalità prevalente per togliersi la vita. E’ ancora il sito di Cerchio blu a fornire altre informazioni. Nell’88 per cento dei casi ci si uccide con l’arma di ordinanza. Nei restanti casi, si usa un’arma non “ufficiale” oppure nei modi tristi che già si conoscono, dall’impiccagione all’avvelenamento, dal soffocamento via gas alle lesioni da taglio. Oppure lasciandosi precipitare.

E’ indubbio che si tratta di un fenomeno che lascia davvero l’amaro in bocca, e il lavoro dell’Osservatorio – se trasparente e non reticente nella diffusione e lettura dei dati – potrà essere utile a comprendere perchè è così vasto e quali sono i motivi, spesso psicologici, di una tendenza che per molti è davvero ignota.

L’organismo istituito dal capo della Polizia si riunirà ogni quattro mesi. Probabilmente si sa già dove puntare per capirne di più, a partire dalle condizioni di benessere o meno del personale e alla gestione delle attività di servizio. E magari si scoprirà anche quanto sia doloroso per tanti appartenenti alle forze dell’ordine magari scoprire ogni giorno quanti delinquenti acciuffati mentre commettono reati, vengano rimessi in libertà poche ore dopo.

Oppure beccarsi perfino l’accusa di razzismo se si mette un immigrato che viola la legge con le manette ai polsi. Tanto, chi viene da fuori può anche dare in escandescenze: chi sbaglia è sempre l’uomo in divisa, secondo la vulgata rossa. E qualche giornalista pietoso pronto a raccogliere bugie lo si trova sempre.

Commenti

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  • RITA 18 Gennaio 2020

    Sono una mamma che ha un figlio nella digos vivo di terrore ogni giorno aiutiamo questi ragazzi con un supporto pisicologico tutti visto gli ultimi eventi Che Dio li assista tutti voi ragazzi

  • Milena 16 Febbraio 2019

    Penso che la causa principale consista nel mancato riconoscimento sociale dell’attività della polizia che spesso mette a rischio la vita stessa degli agenti. Spesso accusati dalla stampa si è formata col tempo, nei loro confronti, un’opinione pubblica negativa. La stessa magistratura non è certo tenera verso di loro, mentre è spesso garantista come detto in questo articolo nei confronti di delinquenti di ogni genere.
    Non secondario il trattamento economico che rispecchia questa bassa considerazione nonostante i rischi della loro professione.

  • Paolo 16 Febbraio 2019

    Ringraziamo sempre la sinistra !

  • stefano 16 Febbraio 2019

    secondo me la meta’ dei casi non e’ suicidio !

  • Giuseppe Forconi 16 Febbraio 2019

    Sicuramente il lavoro che devono svolgere le forze dell’ordine e’ immane, ma se a questo dovere ci mettiamo che:
    Non hanno appoggio dal governo
    Il loro lavoro risulta inutile davanti all’ignoranza della magistratura
    Non sono pagati adeguatamente al rischio
    Sono pochi a fronte di una criminalita’ sempre maggiore
    Hanno poteri limitati
    Devono fare da scorta ai papponi ( saviano, ministri inutili e cagoni ecc ecc)
    Quindi dalla esasperazione si arriva al suicidio.

  • LORENZO 16 Febbraio 2019

    mi piacerebbe conoscere il decreto legge, con numero e data per poterlo consultare, grazie.

    • Francesco Storace 17 Febbraio 2019

      È un decreto del capo della polizia, non decreto legge