Corruzione, arrestato primario del Policlinico di Catania. La Regione sarà parte civile
È di oltre 55 milioni il maxi appalto finito al centro di una inchiesta per corruzione nella sanità catanese che ha portato all’esecuzione, oggi, di sei misure cautelari da parte della Guardia di Finanza. Si tratta di una gara bandita dal Policlinico Universitario “Vittorio Emanuele” per «l’approvvigionamento triennale, con opzione di rinnovo semestrale, di dispositivi medici per urologia occorrenti alle aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie del Bacino della Sicilia Orientale, suddivisa in 209 lotti». Fra gli arrestati anche il primario di urologia Giuseppe Morgia, un insospettabile dal curriculum medico e manageriale di primo piano. «L’emergenza corruzione è sempre stata e continua ad essere al primo posto nell’agenda del nostro governo. Da sei mesi tutte le Aziende sanitarie siciliane sono impegnate assieme ad Agenas per l’attuazione del protocollo nazionale sulla corruzione in sanità voluto dall’Anac», ha commentato l’assessore siciliano alla Sanità, Ruggero Razza, spiegando che la Sicilia è una delle «poche Regioni in Italia» ad aver compiuto questa scelta e che «sarà parte civile in ogni procedimento».
Agli arresti per corruzione il primario dal lungo Cv
Le ipotesi di reato formulate dalla Procura di Catania, sotto la guida del procuratore Carmelo Zuccaro, sono turbata libertà degli incanti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione, concussione e riciclaggio. Le misure cautelari eseguite sono due arresti domiciliari e quattro provvedimenti interdittivi. Il gip, inoltre, ha fissato gli interrogatori nei confronti di altri tre dirigenti medici, a conclusione dei quali valuterà se applicare la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di pubblico servizio. E proprio ai domiciliari è stato posto Morgia, che in passato è stato direttore della clinica urologica di Sassari e di Messina e che ha al suo attivo più di 300 pubblicazioni, oltre a diversi premi scientifici e incarichi nelle associazioni urologiche italiane e internazionali.
Razza: «Abbiamo il dovere di vigilare, vigilare, vigilare»
L’appalto al centro dell’indagine è la gara del 17 luglio 2018 bandita dal Policlinico per complessivi 55.430.178 euro. «Il controllo dei flussi di denaro non può che essere la prima fonte di attenzione e per questo puntiamo sulle nostre Aziende che tante volte sono già state invitate a denunciare comportamenti sospetti all’Autorità giudiziaria», ha sottolineato ancora Razza, ribadendo che «la nostra scelta, tra le poche regioni in Italia, di affidare all’Agenzia nazionale l’attuazione del protocollo sulla corruzione e di richiedere modelli di organizzazione più netti, si rivela azzeccata e indispensabile». «Vorrei dirlo con chiarezza i fatti di stamattina, dei quali sapremo di più nelle prossime giornate, non sono i primi e, temo, non saranno gli ultimi. Per tale ragione abbiamo il dovere di vigilare, vigilare, vigilare. E fare capire a chi vuole utilizzare illegittimamente le risorse del fondo sanitario che non ci sono aree di impunità», ha concluso Razza.