Cifre a casaccio: la “farsa” del documento no-Tav svelata dal docente che non ha firmato
Si chiama Pierluigi Coppola, è docente di Ingegneria a Tor Vergata ma è originario di Napoli: è l’unico esperto che non ha firmato la relazione con la quale la commissione incaricata di valutare il rapporto costi-benefici suggerisce al governo di bloccate la Tav Torino-Lione, perché “non conviene”. Una commissione quasi interamente a trazione grillina ma nella quale, come svela in un’intervista al Corriere della Sera, il professor Coppola ha cercato invano di seminare il dubbio. “Non condivido la metodologia utilizzata nell’analisi costi-benefici… si tratta di un assemblaggio di approcci diversi. In alcuni punti si seguono le linee guida della Commissione europea. Poi si passa a un altro metodo, molto più inusuale.. È il metodo del professor Ponti”. Coppola fa notare come l’approccio metodologico sia stato del tutto inusuale: “Si discosta molto delle linee guida adottate da tutti i Paesi dell’Unione europea sulle analisi costi benefici. E da quelle italiane che riguardano la valutazione degli investimenti pubblici. Si tratta di linee guida che il ministero alle Infrastrutture ha adottato in via ufficiale con un decreto approvato lo scorso 16 giugno 2017. Senza prima cambiare quel decreto, esistevano delle regole alle quali attenersi. Tutto qui. Ho forti ragioni di perplessità sul metodo usato per l’analisi costi-benefici, e quindi anche sui risultati che ha prodotto. Per me è importante che le opere vengano valutate correttamente, siano esse la Tav o un’autostrada”.
Tra le cifre a casaccio indicate nella relazione, quella delle accise: “Non è ormai un mistero il fatto che l’inserimento nei costi del mancato incasso delle accise sui carburanti sia una procedura inedita, non prevista da alcuna linea guida, europea o italiana…”, conclude il professor Coppola, al quale viene anche chiesto come mai non sia stata prodotta anche una relazione “di minoranza” sulla Tav, con le sue osservazioni: “Questo non dovete chiederlo a me…”. A Toninelli (nella foto) forse?
Ma che banda di imbranati, calcolare la mancata entrata delle accise sui carburanti risparmiati nel caso di trasporto su rotaia. E’ mai possibile che nessuno invece abbia valutato il risparmio sanitario causato dal trasposto su rotaia ed anche il risparmio di valuta che se ne va all’estero per pagare tutti gli ettolitri di gasolio che i tir consumano per andare da Trieste al confine con la Francia, circa 700 Km. Gli stessi imbranati che adesso danno i bonus ai ricchi per acquistare le auto elettriche, causando poi il problema di smaltimento delle batterie, anche perchè solo i ricchi hanno il denaro per acquistare tali vetture molto costose.