Il Codacons dalla parte dei pastori sardi: «Denunceremo gli industriali per aggiotaggio»
Il Codacons si schiera dalla parte dei pastori sardi e domani presenterà un esposto alle Procure della Repubblica di Cagliari e Roma e all’Antitrust per verificare se ci siano gli estremi per un’accusa ai danni dagli industriali del latte per aggiotaggio. Ad annunciarlo in una nota è la stessa associazione dei consumatori che chiede di accertare eventuali illeciti commessi dall’industria del latte “che obbliga gli allevatori a sottostare ai prezzi da loro imposti, attraverso ricatti che realizzano un oligopolio illegale.
Rischio di pesanti distorsioni del mercato
Il presidente di Codacons Carlo Rienzi spiega che “L’art. 501 del Codice penale punisce le alterazioni fraudolente dei prezzi sul mercato e chi ”adopera artifici atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci” con la reclusione fino a 3 anni, fattispecie che sembra realizzarsi nell’obbligare i produttori a vendere il latte a prezzi inferiori ai costi di produzione”. Una situazione, per il Codacons, “che rischia di creare pesanti distorsioni del mercato e favorire il latte straniero, in primis quello proveniente dall’Europa dell’est. L’associazione chiederà inoltre alle Procure di accertare le responsabilità del Ministero delle politiche agricole in relazione ai mancati provvedimenti a sostegno degli allevatori italiani, alla luce della possibile omissione di atti d’ufficio e concorso in aggiotaggio”. Gli allevatori intanto sono al loro quarto giorno di protesta e, tra le tante azioni eclatanti messe in campo in ogni parte della Sardegna, inizia a farsi strada anche qualche parere costruttivo: “Con un esubero di produzione il prezzo crolla, crolla perché si é prodotto troppo Pecorino romano. Il mercato attualmente assorbe 280.000 quintali ed è assurdo produrne 350.000”, così in una nota Andrea Marchi, allevatore e presidente barbaricino della Coldiretti, che rincara la dose: “Bisognerebbe introdurre una quota massima di produzione per impedire ai consorzi di tutela che si superi la quota dei 280.000 quintali. Oggi industriali e cooperative che sforano la quota pagano una penale irrisoria di 0,16 centesimi a kg. Tutti o quasi perciò producono impunemente oltre questo limite. Bisognerebbe aumentare l’entità della penale oppure chiedere con forza al Governo che si convochi un tavolo ministeriale per arrivare ad una contrattazione che fissi un prezzo minimo, al di là del quale non poter scendere”. Nel pomeriggio intanto arrivano le parole del Vicepremier Matteo Salvini che solidarizza con la protesta dei pastori: “Seguo e rispetto la protesta dei lavoratori della Sardegna, e ritengo urgente dare vita ad una Commissione Unica Nazionale con pastori, produttori e industriali per il latte ovino, con lo Stato (vista l’assenza della Regione) che torna a fare lo Stato e stabilisce un prezzo minimo di contrattazione, anche con una eventuale parte di sovvenzione. Spero che il voto di domenica 24 febbraio riavvicini la Regione ai cittadini, il popolo sardo merita più attenzione e rispetto”