Venezuela, il kompagno Maduro semina terrore. Anticomunisti in piazza anche in Italia (video)

24 Gen 2019 10:40 - di Gabriele Alberti

Due presidenti, decine di migliaia di persone scese in piazza a Caracas. E almeno 16 morti negli scontri: il Venezuela precipita ancora nel caos, nella guerra civile.  Juan Guaidò, capo dell’Assemblea Nazionale di Caracas, il Parlamento dominato dall’opposizione, si è autoproclamato presidente ad interim “detronizzando”, Nicolas Maduro e ottenendo il benestare del presidente americano Donald Trump. In Italia sono tante le manifestazioni in diverse città contro il regime di Maduro che ha affamato il Venezuela, facendolo precipitare in una crisi senza fine e sedando nel sangue ogni forma di protesta.

 

Perché è scoppiato il caos
Una mossa che arriva a pochi giorni dal giuramento di Maduro che il 10 gennaio scorso si è insediato, avviando il suo secondo mandato presidenziale. Mandato che l’opposizione però non ha mai riconosciuto. Così come i 13 paesi del ‘gruppo di Lima’ (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Guyana, Honduras, Panama, Paraguay, Perù e Saint Lucia) secondo i quali le elezioni dello scorso maggio “mancavano di legittimità” perché non vi hanno potuto partecipare tutti i partiti politici, non vi erano osservatori internazionali e mancavano di standard e garanzie per un voto “equo, libero e trasparente”. Sia l’opposizione sia i 13 paesi, oltre agli Stati Uniti, chiedono che Maduro trasferisca i suoi poteri all’Assemblea nazionale, il parlamento dominato dall’opposizione.

Venezuela allo stremo

Del resto, il “compagno” Maduro, ha portato sul lastrico il Paese, destabilizzandolo con una feroce repressione degli oppositori. Oltre due milioni di persone sono andate via dal Venezuela negli ultimi due anni, oltre un milione e mezzo lo hanno fatto nel solo 2017, mentre a partire dal 2006 hanno lasciato il Paese più di 4 milioni di persone. Si tratta del più grande esodo che il continente sudamericano abbia visto nella sua storia.

Il personale diplomatico americano «ha 72 ore di tempo per lasciare il Paese», ha tuonato Maduro, annunciando la rottura dei rapporti diplomatici con Washington in un discorso dal balcone di palazzo Miraflores, sede del suo governo. Ma sono diversi i Paesi e le organizzazioni che stanno riconoscendo il 35enne Guaidò come presidente ad interim: da Luis Almagro, segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) – «ha il nostro riconoscimento per procedere verso il ritorno del Paese alla democrazia» ha twittato – a Brasile, Paraguay e Argentina. E anche il Canada, secondo quanto affermato dal ministero degli Esteri di Ottawa, si appresta a riconoscerlo.

Erdogan: «La Turchia è con te»

Fuori dal coro il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha espresso solidarietà a Maduro, ribadendogli il sostegno del governo di Ankara all’indomani dell’autoproclamazione di Guaidò. – Intanto il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha detto che Maduro non ha l’autorità per espellere i diplomatici americani dal Venezuela: «Gli Stati Uniti non riconoscono il regime di Maduro quale legittimo governo del Venezuela». Pertanto gli Usa «non riconoscono all’ex presidente l’autorità legale per rompere le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti o dichiarare i nostri diplomatici persona non grata».

Ricordiamo che in piazza la protesta di giovani, studenti, famiglie alla fame, senza medicinali da mesi è stata sempre sedata con la violenza. Mentre la povertà dilaga in un Venezuela che è tra i paesi più richi di petrolio, solo pochi mes fa Nicolás Maduro annunciava alla televisione di Stato la sua conduzione del programma radiofonico “La hora de la Salsa”. Mentre la gente esasperata scendeva in piazza, un Maduro fuori dal mondo, a suo tempo incoraggiato dalle sinistre di mezzo mondo – la  nostra compresa – definiva Voluntad Popular, il partito d’opposizione,  «un gruppo terrorista ai margini della legge».

Da parte sua Guaidó, ha giurato «di assumere formalmente le competenze dell’esecutivo nazionale come presidente incaricato del Venezuela per arrivare alla fine dell’usurpazione, a un governo di transizione e indire libere elezioni». Il 35enne ha invitato le forze armate – che finora hanno sostenuto Maduro – a disobbedire al governo, ma il ministro della Difesa venezuelano lo ha accusato di cospirare con gli Stati Uniti.

Chi sostiene Maduro

Maduro, che  conta sul sostegno di alcuni Paesi amici, come Messico, Cuba e Bolivia, deve fare i conti non solo con l’opposizione ma anche con le proteste di massa. A Caracas e in altre città del Venezuela centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare il loro appoggio a Guaidò. Mentre nella capitale alcuni sostenitori di Maduro hanno dato vita a una contro manifestazione. Durante le proteste 14 persone hanno perso la vita.

Chi sostiene Guaidò

La Costituzione venezuelana stabilisce che i presidenti giurino davanti all’Assemblea nazionale. Maduro, invece, lo ha fatto davanti alla Corte Suprema. Il secondo mandato del presidente è stato definito illegittimo dall’OAS, dagli Stati Uniti e da altri Paesi tra cui Brasile, Canada, Cile, Colombia e Costa Rica. Da Bruxelles, il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, si è augurato «che tutta l’Europa si unisca nel sostegno alle forze democratiche in Venezuela. A differenza di Maduro, l’Assemblea parlamentare, incluso Juan Guaido, ha un mandato democratico da parte dei cittadini venezuelani». Maduro è stato accusato in patria e all’estero di violazioni dei diritti umani e per la sua gestione dell’economia. Oltre all’inflazione da record, da tempo il Venezuela è alle prese con gravi carenze di cibo e medicine e si stima che tre milioni di persone siano fuggite dal Paese. Lo scorso anno, inoltre, il Paese ha fatto registrare un’inflazione del 1,7 milioni per cento.

Chi è Guaidò

Sconosciuto fino a qualche settimana fa, Juan Guaidò, 35 anni, il 5 gennaio scorso è stato eletto presidente del’Assemblea Nazionale, il Parlamento dominato dall’opposizione che continua a funzionare malgrado il regime chavista di Nicolas Maduro l’abbia spogliato dalle sue funzioni nel 2017. Ha prestato giuramento come presidente ad interim del Paese. Laureato in ingegneria industriale all’università cattolica Andres Bello di Caracas, Guaidò è deputato di Voluntad Popular, il partito di Leopoldo Lopez, uno dei simboli dell’opposizione, ora agli arresti domiciliari. Sposato, è padre di una bambina.

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 26 Gennaio 2019

    Un Paese allo sbando colpa il fanatismo per il comunismo. Doloroso sapere che Paesi altamente democratici, ma con un velenoso serpeggiare di comunisti, come l’Italia, hanno il coraggio di appoggiare il maduro, escremento umano. Speriamo che presto lo mandino in uno dei Paesi che lo appoggiano compreso la turchia.

  • franco marcone 25 Gennaio 2019

    E anti democratico il comportamento osceno di Maduro
    che vergogna
    Forza Guaidó