Venezuela, caccia alla primula rossa di Prima Linea, Coda: è morto. No, è vivo

25 Gen 2019 19:34 - di Redazione
L'omicidio dell'agente di polizia Fausto Dionisi, ucciso da un gruppo di Prima Linea di cui faceva pare il terrorista latitante Franco Coda, riparato in Venezuela

C’è chi dice che è morto da tempo e chi, invece, ha molti dubbi e non vuole smettere di dare la caccia a Franco Coda, terrorista rosso latitante e fra i fondatori di Prima Linea, che negli anni scorsi aveva fatto perdere le proprie tracce tra Centro e Sud America dopo essere stato condannato per l’omicidio dell’agente di polizia Fausto Dionisi, medaglia d’oro al Valor Civile.

Il giallo del terrorista latitante, uno dei circa 30 ricercati italiani del terrorismo rosso salito ora in cima alla lista del Viminale e dell’Interpol dopo l’arresto di Cesare Battisti in Venezuela, si riaccende.
C’è chi ipotizza che Franco Coda possa ancora nascondersi nel Paese sudamericano sconvolto dai disordini dopo che Juan Guaidò si è autoproclamato presidente ad interim contestando il presidente attuale Nicolas Maduro.

Negli anni Coda era stato segnalato in diversi Paesi: in Brasile, a Cuba e per l’appunto anche in Venezuela.

In realtà nei riguardi di Coda lo Stato italiano ha sancito dieci anni fa una dichiarazione di morte presunta per una vicenda legata a questioni ereditarie, ma la prova del decesso non c’è mai stata e la sorte di questa “primula rossa'” del terrorismo non è quindi mai stata davvero chiarita.

Coda è stato condannato per l’omicidio di Fausto Dionisi, agente di Polizia assassinato nel 1978 nel carcere delle Murate di Firenze.

Fausto Dionisi aveva 23 anni quando venne ucciso. Era intervenuto, su chiamata, a bordo della volante 2 della polizia, assieme al collega, Dario Azzeni che si salvò, in via delle Casine, a Firenze dove alcuni esponenti di Prima Linea stavano cercando di far evadere dal carcere delle Murate tre terroristi.
La vedova Mariella Magi Dionisi, presidente dell’Associazione “Memoria” non si rassegna ed ha sempre invitato a continuare le ricerche per fare luce con certezza sul caso.

«Dicono che sia morto ma io sono convinta che sia ancora vivo. Ecco perchè è necessario continuare le ricerche, sia in Venezuela che negli altri Paesi in cui la sua presenza era stata segnalata – dice Mariella Dionisi – Solo quando mi porteranno la prova che è morto realmente allora ci crederò. Fino a quel momento -aggiunge la vedova del poliziotto ucciso – penso che sia necessario continuare a cercarlo».

La presidente dell’Associazione “Memoria”  invita quindi a «non interrompere le ricerche» di Franco Coda con l’obiettivo di «assicurare alla giustizia un altro latitante del terrorismo».

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