Ultimatum ai familiari di Totò Riina: restituite due milioni per le spese in carcere
Lo Stato presenta il conto ai familiari di Totò Riina. Secondo i calcoli i ventiquattro anni in carcere del boss della mafia, morto un anno fa, sarebbero costati al nostro Paese circa due milioni di euro. Come spiega Il Corriere della Sera, a notificare la cartella esattoriale da pagare alla moglie di Riina, Ninetta Bagarella, è stata Riscossione Sicilia, la società che riscuote i tributi nell’isola.
Totò Riina, parla il legale
Per l’avvocato Luca Cianferoni, che è stato per anni il legale del capomafia, si tratta di «una boutade, ci avevano già provato quando Riina era vivo. E adesso si rifanno vivi anche con i suoi eredi…». Queste le parole del legale ad Adnkronos. «È una boutade – continua ad affermare Cianferoni – ripeto. Agli altri, come ai Provenzano o ai Morabito, è stata recapitata la cartella esattoriale? È una partita di giro contabile…», continua l’avvocato. Al Corriere il legale ha poi puntualizzato: «La legge esclude espressamente che il rimborso per le spese di mantenimento in carcere si estenda agli eredi del condannato. Perciò stiamo studiando bene la questione per vedere in che termini è».
Il riferimento è all’articolo 189 del codice penale che, dopo aver disposto l’obbligo per il detenuto di rimborsare le spese sostenute dall’Erario dello Stato per il suo mantenimento in cella, esclude che l’obbligazione si estenda agli eredi.