Si dimette il direttore della Normale di Pisa: voleva aprire una sede a Napoli
Il direttore della Normale di Pisa, Vincenzo Barone, si è dimesso. La decisione è maturata nella notte. Ieri le assemblee del personale avevano dato mandato ai loro rappresentanti nel Senato accademico di votare la sfiducia a Barone, il pronostico parlava di 12 voti a favore della mozione e un astenuto, il vicedirettore che ricopre un ruolo di garanzia.
Forte dissenso contro Barone
Considerato anche “il forte dissenso interno che si è immediatamente sviluppato su questo e altri elementi chiave del mio programma di mandato”, appare “evidente che le mie dimissioni da direttore siano inevitabili, come, peraltro, ho sempre riaffermato: non sono e non potrei mai essere un direttore che non cerchi di realizzare il mandato per cui è stato eletto”, afferma Barone nella lettera di dimissioni, che ricorda come il progetto di una “Normale al Sud ha sempre fatto parte del mio programma di mandato”.
Normale di Pisa, il direttore getta la spugna
“La scuola così costruita – spiega Barone – doveva poi poggiarsi interamente sulle proprie gambe e camminare da sola: la Scuola Normale Superiore di Pisa doveva solo essere il miglior ‘incubatore’ possibile. Già l’articolo di legge approvato alla Camera non corrispondeva esattamente a questo progetto, ma, soprattutto, la versione finale approvata il 30 dicembre scorso rappresenta un completo stravolgimento dell’idea iniziale, ricondotta all’ennesima scuola locale, filiazione di un’università madre e senza nessuna autonomia”. Infine, Barone sottolinea che “la mozione di sfiducia al direttore è stata introdotta da me per la prima volta nello statuto della scuola” ma segnala con amarezza “l’accelerazione inusuale dell’insoddisfazione generale, peraltro durante una mia assenza per malattia”.
Barone aveva contro studenti e docenti
Le dimissioni di Vincenzo Barone da direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa arrivano a circa un mese dall’inizio di una tempesta interna a una delle accademie più prestigiose al mondo, mai avvenuta prima in oltre due secoli di storia e che si lega alla cosiddetta ‘gemmazione’ della Normale al Sud, ovvero l’apertura di una succursale della Scuola a Napoli.
E’ l’inizio di dicembre 2018 quando la Camera approva una mozione che sancisce lo ‘sdoppiamento’ della Normale di Pisa, con l’apertura di una succursale nel capoluogo campano, presso l’università Federico II. E’ la ‘Scuola Normale Superiore Meridionale’, questa la denominazione, sostenuta dal governo grazie a un finanziamento di circa 50 milioni di euro in tre anni. Il sindaco di Pisa Michele Conti chiede al governo di ripensarci, si oppone anche il deputato leghista Edoardo Ziello. Alla fine, con il sì definitivo alla Manovra, nasce una nuova scuola universitaria superiore al Sud, ma senza l’egida della Normale come avrebbe voluto Barone.
Il direttore finisce nell’occhio del ciclone della polemica politica scoprendo presto anche di essere isolato all’interno della sua comunità accademica che lo accusa di avere gestito la vicenda “senza condividerla con il corpo docente e studentesco della Scuola”. Con strascico di proteste mai accadute prima: striscioni alle finestre dei collegi studenteschi e hackeraggio del software dei display delle mense con le scritte ‘Barone dimettiti’. Evidente anche il dissenso dei professori e anche la classe di Scienze, la stessa da dove proviene Barone, firma un documento contro di lui. Oggi, dopo un mese di polemiche, le dimissioni del direttore.