Sea Watch, la Cei scende in campo. Pressing dei vescovi su Salvini: la Chiesa accoglierà i minori

26 Gen 2019 14:27 - di Redazione

La nave Sea Watch 3 della ong tedesca, battente bandiera olandese, continua a  rimanere al largo delle coste di Siracusa con a bordo i 47 migranti recuperati in mare qualche giorno fa. Il braccio di ferro del governo italiano con Olanda e Germania si è risolto in un nulla di fatto, e mentre la procura di Catania continua a intimare al ministro Salvini si far sbarcare i minori, scende in campo la Cei: il pressing dei Vescovi punta a far accogliere i minori attualmente a bordo dell’imbarcazione a largo della Sicilia nella comunità Papa Giovanni XXIII.

Sea Watch, scende in campo la Cei: i vescovi pronti ad accogliere i minori

La Cei, come già accaduto per la vicenda Diciotti, scende in campo e si dice disposta e pronta ad accogliere i minori della Sea Watch. «Non siamo opposizione al governo, siamo fedeli al Vangelo. Stiamo parlando di vittime, non è una questione di fede ma un discorso di umanità», sottolinea all’AdnKronos don Ivan Maffeis, portavoce della Conferenza episcopale italiana. «Davanti alle vittime non ci si può girare dall’altra parte. Il Mediterraneo non può trasformarsi in un muro. Ognuno deve fare la propria parte», ribattono i Vescovi in prima linea sul fronte dell’accoglienza. E se l’invito dovesse essere accolto, i migranti minorenni potranno usufruire dell’ospitalità offerta dalla comunità Papa Giovanni XXIII, quella stessa che la scorsa estate ospitò i migranti della Diciotti, (base d’accoglienza da cui, come noto, nel trasferimento a Rocca di Papa sparirono facendo perdere le loro tracce alcuni degli immigrati sbarcati e ospitati dal Vaticano), ma che stavolta aprirebbe le porte a Reggio Calabria.

Per 13 minori potrebbero aprirsi le porte della “Comunità Giovanni XXIII”

Dunque, la Comunità Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, dà la sua disponibilità al governo a farsi carico dei «tredici minorenni» a bordo della Sea Watch. «Se si apre un varco si apre tutto – afferma a sua volta all’Adnkronos il presidente della comunità, Giovanni Ramonda –. Abbiamo dato la nostra disponibilità al Viminale, sappiamo che ci sono trattative in corso anche con la Cei. Siamo fiduciosi del fatto che la situazione si sbloccherà». La Comunità fondata da don Benzi, come spiega Ramonda, ha dato «da subito la disponibilità di accoglienza; abbiamo una casa a Reggio Calabria che ospita minori non accompagnati, ma siamo pronti ad accogliere anche minori con famiglie: abbiamo strutture su tutto il territorio nazionale. Poi se ci venisse chiesto di accoglierne altri, saremmo disponibili sempre».

Ramonda, «no allo scontro sociale: ma anche l’Europa faccia la sua parte»

Quanto al fatto che il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini continua a ripetere che sulla Sea Watch non cambia idea e che i porti sono chiusi, Ramonda osserva: «Praticare la disobbedienza? Noi crediamo che il Paese non abbia bisogno di uno scontro sociale, ma di dialogo dove le Ong, le istituzioni, gli organismi come la nostra associazione, insieme alla Chiesa cattolica e Valdese collaborino per una reale accoglienza, integrazione e con la forza di chiedere all’Europa che faccia la sua parte e non scarichi tutto sull’Italia. Don Benzi ci ha educato alla non-violenza, che è una pratica attiva che paga. Noi siamo disponibili a dare accoglienza ai migranti, come abbiamo fatto anche con il governo Renzi e Gentiloni». «Tra l’altro – conclude Ramonda – la scorsa settimana avevamo anche dato la nostra disponibilità ad accogliere anche negli altri Paesi europei dove abbiamo altre strutture perché l’Europa tutta non si deve tirare indietro»…

Commenti

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  • avv. alessandro ballicu 26 Gennaio 2019

    vescovi alleati della sinistra ,della plutocrazia e dell’islam, nemici della repubblica, traditori della patria, sputano nel piatto dove mangiano, mantenuti dagli italiani per fare politica contro l’italia, vergogna perchè non si occupano dei preti pedofili

  • aurelio 26 Gennaio 2019

    ma se non hanno documenti come si fa a stabilire se sono minorenni?
    lo potrebbe dichiarare anche un trentenne , e poi che problemi hanno, sono su una nave vigilata dalla guardia costiera pronta ad intervenire in caso di emergenza.
    Come il solito è solo speculazione politica.
    Inoltre una domanda al procuratore Ajello:
    ” Caro procuratore lei che è così sensibile ai problemi dei minorenni è al corrente di quanti ragazzini al di sotto dei 16 anni hanno abbandonato la scuola dell’obbligo nel suo paese e cioè l’Italia? 165.000 di cui nello specifico in Sicilia più di 9.000 ?
    Ha per caso denunciato sindaci, provveditori allo studio , giudici dei minori per questo?
    Eppure hanno commesso il reato di mancata vigilanza e omissione di atti di ufficio.
    Perchè i minori sulla nave che non sono cittadini Italiani, necessitano di maggior tutela ?
    Gli altri valgono meno?
    La sua coscienza duole solo per i ragazzi stranieri?
    Per gli italiani no ?
    Prima protegga i ragazzi Siciliani, poi pensi agli altri.