Sanremo, infornata di cantanti “vicini”: Baglioni accusato di conflitto d’interessi
Non c’è solo la questione migranti. A mettere Claudio Baglioni sulla graticola, all’indomani della presentazione del 69esimo Festival di Sanremo, è anche il conflitto d’interessi che il cantante avrebbe rispetto alla kermesse. A lui, in quanto direttore artistico, spetta l’ultima parola sulla scelta degli artisti in gara e degli ospiti, la maggior parte dei quali afferiscono alla sua stessa etichetta discografica e alla sua stessa agenzia di promoting: la Sony Music Italy e la F&P Group, controllata dalla multinazionale tedesca Cts eventim.
Baglioni in conflitto di interessi?
Non si tratta di una questione del tutto nuova: già lo scorso anno vi furono polemiche in questo senso. Oggi a rilanciarla, mentre la maggior parte degli osservatori si concentrava sulle prese di posizione sui migranti, è stato Il Sole 24 ore, sottolineando che «la casa discografica meglio rappresentata», con 7 artisti in gara «è proprio Sony Music» (Achille Lauro, Simone Cristicchi, Einar, Il Volo, Enrico Nigiotti, Francesco Renga e Daniele Silvestri), mentre sono 8 «i concorrenti i cui concerti sono organizzati da agenzie del gruppo Cts Eventim» (Achille Lauro, Ex-Otago, Il Volo, Irama, Nek, Francesco Renga, Paola Turci e Ultimo) e quasi una mezza dozzina gli ospiti, tra confermati e potenziali, che hanno gli stessi promoter (Elisa, Giorgia, Ligabue, Biagio Antonacci e Laura Pausini).
Rossi: «Porterò il caso in CdA»
«Il cittadino Baglioni ha diritto di manifestare tutte le opinioni che vuole, naturalmente. Parlare di immigrazione, però, mentre si presenta il Festival della canzone italiana è del tutto fuori contesto, anche quando lo si fa in risposta a domande specifiche poste dai giornalisti», ha commentato il consigliere Rai, Giampaolo Rossi, spiegando che «la questione più seria che, invece, io porrò sul Festival di Sanremo nel prossimo consiglio di amministrazione è un’altra: chiederò che la Rai verifichi se ci sono conflitti di interesse generati dal rapporto che il direttore artistico del Festival di Sanremo ha con la sua casa discografica, che è la stessa cui appartiene una buona parte degli artisti selezionati».
Di Nicola: «Se ne occuperà il nuovo management»
Un tema affrontato anche dal vicepresidente grillino della commissione di Vigilanza, Primo Di Nicola. Ricordando che il Festival di Sanremo «è uno degli eventi più importanti dell’anno sotto il profilo dello spettacolo e del business per l’azienda pubblica» e «un appuntamento irrinunciabile per molti italiani», Di Nicola si è augurato che la kermesse «possa essere, quest’anno, uno spettacolo intelligente all’insegna della musica senza ridursi al solito inno al nazionalpopolare. Condito dalle usuali polemiche e dai soliti conflitti di interesse». «Quello descritto stamattina dal Sole 24 ore porta il nome di Claudio Baglioni. Se è vero, non mi piace. E sono sicuro che il nuovo management saprà porvi rimedio», ha concluso l’esponente del M5S.