Rigopiano, al papà di una vittima multa di 4500 € per avere portato un mazzo di fiori nel luogo della tragedia

9 Gen 2019 15:53 - di Angelica Orlandi
Rigopiano

Neanche la pietà. Una vergogna. Alessio Feniello, papà di Stefano, una delle vittime della valanga dell’hotel Rigopiano del 18 gennaio 2017, rischia una multa non di poco conto per un mazzo di fiori portato a suo figlio. Oltre 4500 euro, scrive in un post su Facebook Alessio Feniello per essere andato a «Rigopiano a portare i fiori, dove hanno ucciso mio figlio Stefano». «Mi sono introdotto, secondo loro, in un’area sottoposta a sequestro», quella dell’hotel, spiega con rabbia, postando le foto della notifica del tribunale di Pescara, a pochi giorni dall’anniversario della tragedia che causò 29 morti tra cui il suo ragazzo. Due anni fa, infatti, il 18 gennaio del 2017, una slavina cadde su un albergo a Farindola nel pescarese. «Io non pago”, aggiunge e, se necessario, mi faccio tre mesi di carcere. Quelli che non hanno fatto niente per salvare 29 persone a Rigopiano stanno tutti ancora a piede libero io invece devo pagare»,  accusa, chiedendo di far «arrivare questo messaggio al ministro Salvini» per vedere «cosa ne pensa».

Il racconto di un padre devastato

«A maggio io e mia moglie – è il racconto -siamo andati sul luogo della disgrazia dove hanno ucciso nostro figlio per depositare lì dei fiori. C’erano dei Carabinieri che ci hanno invitato ad allontanarci, cosa che abbiamo fatto. Da lì è scattata una denuncia. A settembre è stata notificata a mia moglie l’archiviazione del procedimento. Noi non sapevamo nulla di tutto ciò tanto che il mio avvocato andò a verificare e scoprì che c’era ancora in corso lo stesso procedimento nei miei confronti. Eravamo quindi certi che, anche per me, sarebbe arrivata l’archiviazione. Gli atti erano identici. A me ora si chiede di pagare un ammendo di 4mila e 500 euro per finirla qui altrimenti mi aspetterebbero due mesi di carcere».

«La gente si fa i selfie per ricordo e multano me…»

La cosa disgustosa, segnalata da Alessio Feniello,  è che «secondo il magistrato avrei violato dei sigilli in un luogo dove la gente va a farsi le foto, i selfie e porta via pezzi dell’hotel come ricordo. Ci sono foto e video che testimoniano questo scempio. Persone che vanno lì a bivaccare, a fare ferragosto ed alla fine rischia di andare in galera un padre al quale gli è stato ucciso un figlio al quale ha portato dei fiori”.

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