Rampelli: «Sea Watch non risponde ai criteri di trasparenza. Non può sbarcare…»
«La Sea Watch, sedicente organizzazione umanitaria, non risponde ai necessari requisiti di trasparenza che dovrebbe avere chiunque operi nel volontariato, se così si può chiamare una struttura che “macina” 130mila euro al mese di costi. Sul sito internet della Sea Watch manca addirittura lo statuto». È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. «Ribadiamo la necessità – aggiunge – di conoscere l’organigramma della Sea Watch che oggi tramite l’avvocato Gamberini, che ha difeso Sofri e che per parcelle di quasi 500mila euro causò i rilievi della Corte dei Conti alla Regione Emilia Romagna che gli aveva conferito incarichi legali, ha depositato alla procura una diffida alla Capitaneria di Porto e alla prefettura per minori. Troviamo quanto meno bizzarro che istituzioni della Repubblica possano essere messe sotto accusa da legali di organizzazioni non governative prive di un organigramma e di uno Statuto pubblici, con nomi e cognomi anche dei finanziatori».
Rampelli: «Bisogna fare chiarezza»
«E se parte degli introiti provenissero dalla grande finanza? Se fossero una quota delle estorsioni effettuate dai trafficanti di uomini a danno dei disperati? Se fosse coinvolto qualche Stato straniero? Su questa vicenda – sottolinea – è necessaria chiarezza. Per questo sto depositando un’interrogazione al ministro dell’Interno e della Giustizia’».