Ragazzi rapiti in Africa, il Canada di Trudeau riaccende le speranze sulla loro sorte: Edith è viva

19 Gen 2019 10:19 - di Chiara Volpi

Settimane di silenzio e di buio, intorno alla sorte dei ragazzi rapiti in Africa; sul destino di Edith Blais e Luca Tacchetto, letteralmente spariti nel nulla durante una tappa del viaggio in Burkina Faso, come su quanto sta accadendo a Silvia Costanzo, la cooperante internazionale rapita in Kenya, nel villaggio di Chakama, da tre uomini armati di mitra Kalashnikov, il 20 novembre scorso. E mentre si attendono notizie il filo di speranza dei giorni scorsi a cui restano inestricabilmente attaccati familiari e amici dei giovani sequestrati in due diverse zone dell’Africa, si affievolisce sempre di più…

Ragazzi rapiti in Africa, Trudeau: Edith è viva

Eppure, in questo nulla che sembra avvolgere il destino dei ragazzi rapiti, si fa largo il primo ministro canadese, Justin Trudeau che, in base a quanto riportato dal sito ancora in queste ore, «ritiene che Edith Blais – la 34enne canadese scomparsa in Burkina Faso insieme con l’italiano Luca Tacchetto – sia viva». Una speranza che diventa col passare delle ore convincimento e che, secondo quanto riferiscono i media canadesi ripresi dall’agenzia giornalistica di casa nostra, sarebbe supportata da informazioni che filtrano a malapena. Rumors che il primo ministro canadese ha confermato però dichiarando in una conferenza stampa dedicata proprio alla delicata questione, asserendo: «Da quello che sappiamo, sì, Edith è viva». E per riportarla a casa sana e salva, ha quindi aggiunto Trudeau nell’incontro con i giornalisti, le autorità canadesi sono al lavoro con i partner internazionali per arrivare alla verità dei fatti, alla loro acquisizione completa e alla liberazione dei giovani rapiti.

Luca Tacchetto, la procura indaga per sequestro di persona a scopo di terrorismo

Silenzio su Luca Tacchetto, del quale non si hanno più notizie dal 15 dicembre scorso. Era in viaggio con la fidanzata Edith il 30enne di Vigonza, figlio dell’ex sindaco della località padovana Nunzio, scomparso nel nulla in un posto qualunque del Burkina Faso. Le ultime notizie certe, come riferisce sempre il sito dell’Ansa, «lo davano in viaggio, insieme a Edith Blais, 34enne canadese, verso la capitale Ougadougou, a bordo di un’auto con targa italiana. Pare che i due fossero attesi a cena da una coppia che abita nella capitale e con la quale avevano un appuntamento». Poi il silenzio assordante interrotto a tratti, come oggi, quando l’unità di crisi della Farnesina, che ha confermato di seguire con massima attenzione il caso di Luca Tacchetto, scomparso in Burkina Faso dal 15 dicembre, ha ribadito di essere costantemente in contatto con i familiari del connazionale, ma anche che, in casi come questo, è necessario il massimo riserbo sulla vicenda. «L’ipotesi più probabile è che si tratti di un rapimento. Gli inquirenti si stanno seriamente dando da fare e siamo fiduciosi», ha dichiarato poi a sua volta al Corriere Veneto, Nunzio Tacchetto, padre di Luca. Poi ha aggiunto: «Penso a un rapimento a fini politici o economici». Subito dopo è arrivata la notizia che chiude il cerchio: la Procura di Roma indaga per il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo in merito alla scomparsa in Burkina Faso dell’architetto padovano Luca Tacchetto. Il fascicolo era stato aperto inizialmente come modello 45, cioè senza indagati o ipotesi di reato. Il pm Sergio Colaiocco, titolare dell’indagine, ha adesso rubricato l’indagine con quanto previsto dall’articolo 289 bis del codice penale.

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