Internet, l’allarme del Garante: «Siamo sull’orlo del totalitarismo digitale»
La protezione dei dati deve essere considerata un «diritto universalmente tutelato, per restituire alla persona quella centralità che da tempo sembra aver perso». A dirlo è stato il Garante per la privacy, Antonello Soro, intervenendo al convegno “I confini del digitale”, organizzato in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali. «Questo è il ruolo più significativo che l’Europa potrà giocare in un contesto geopolitico così fortemente segnato dal potere dell’algoritmo, ridisegnando, a partire dalla protezione dei dati, i confini del tecnicamente possibile alla luce di ciò che è giuridicamente ed eticamente accettabile», ha avvertito Soro, lanciando l’allarme su un uso indiscriminato delle nuove tecnologie. «Se prive di regole – ha detto il Garante – possono alimentare un regime della sorveglianza tale da rendere l’uomo una non-persona, l’individuo da addestrare o classificare, normalizzare o escludere». Per Soro, infatti, se la «proiezione del sé nella dimensione digitale» viene ridotta a «una mera cifra, da sfruttare senza considerarne l’impatto sulla persona», allora la stessa persona finisce per essere ridotta «a un’astrazione priva di individualità e, dunque, di dignità». Uno scenario che si può realizzare «non solo per lucido calcolo di profitto o per politiche statali illiberali, ma anche solo per assuefazione alla cessione indiscriminata e disattenta di quei frammenti di libertà che sono i dati e che incorporano sempre più relazioni tra persone e rapporti di potere».