Pizzeria Rossopomodoro, “capo” spruzza deodorante spray sui dipendenti di colore (video)
Un deodorante spray usato per eliminare il cattivo odore di alcuni dipendenti di colore. È il video denuncia di una dipendente della catena Rossopomodoro realizzato nelle cucine del locale presente in stazione Centrale a Milano. «Guardate così si trattano le straniere dove lavoro io, che vergogna», la scritta sul profilo Facebook di Biancavee Ortill. Le immagini, oltre 1200 le condivisioni in poche ore, mostrano un uomo – che viene chiamato “capo” e indossa la maglietta rossa della nota pizzeria – che chiede, alternando italiano e napoletano, ad alcuni dipendenti stranieri di alzare la maglietta per poter spruzzare il deodorante. «Ma questo non ce lo avete a casa? Perché non lo mettete?», dice prima di spruzzare in abbondanza lo spray. Un video girato in cucina alla presenza di altri lavoratori, e c’è chi quasi divertito, assistendo alla scena dice «oh…disinfestazione», mentre si sente in sottofondo anche qualche risata.
Rossopomodoro apre un’inchiesta interna
Rossopomodoro «prende le distanze e si dissocia fermamente dal comportamento discriminatorio che non appartiene né per costume, né per tradizione, né per vocazione all’azienda di origine partenopea». Con una nota il gruppo interviene sulla vicenda. «Il gruppo Sebeto ha tra i suoi collaboratori ragazzi e ragazze di diverse etnie e di tutte le regioni d’Italia e non si sono mai verificati in tanti anni di storia del gruppo, problemi di questo genere», afferma l’amministratore delegato di Rossopomodoro, Roberto Colombo. Nello stesso tempo il dirigente assicura che «la direzione non ha mai ricevuto doglianze dai suoi dipendenti o da chicchessia per comportamenti inadeguati del proprio personale e che sulla vicenda è stata disposta una inchiesta interna all’esito della quale saranno assunti tutti i provvedimenti che risulteranno necessari per preservare l’onorabilità dell’azienda». Il manager sottolinea che Rossopomodoro «assume ed ha sempre assunto il personale indipendentemente dalle proprie origini tant’è che nella forza lavoro già attiva in Italia i dipendenti provenienti da fuori Italia rappresentano il 35% della forza lavoro complessiva».