Patenti false e nozze combinate: ecco chi vendeva agli stranieri i titoli per restare in Italia
Una banda di italiani e stranieri vendeva agli extracomunitari i titoli necessari a garantire il diritto per restare nel Belpaese: bastava procurarsi patenti false e celebrare nozze combinate: e a questo avrebbero provveduto 16 sospetti, ora fermati e neutralizzati dagli uomini delle Fiamme Gialle. Insomma, una sorta di brutta copia del “modello Lucano”, il piano illecito organizzato da quella che si è rivelata essere una vera e propria associazione a delinquere che ha visto collaborare fin qui proficuamente cittadini italiani ed extracomunitari, dislocati tra La Spezia e Napoli e attivi su buona parte del territorio nazionale, prima che un’operazione condotta dalla Guardia di finanza mettesse fine ai loro loschi traffici e in mora i loro organizzatori.
Patenti false e nozze combinate per far rimanere gli stranieri in Italia
La rotta di riferimento era l’illecito a tutti costi: le coordinate seguite quelle del falso a prescindere, sia che si trattasse di documenti per l’identificazione che in ballo ci fossero nozze tra coppie miste, l’obiettivo da raggiungere era sempre e comunque uno solo: garantire a cittadini extracomunitari le condizioni valide necessarie a restare in Italia. E allora, giù con patenti false e matrimoni combinati: un business, come riporta in queste ore, tra gli altri, il sito de Il Giornale, «da decine di migliaia di euro quello scoperto dalle forze dell’ordine, finalizzato alla realizzazione e vendita di documenti contraffatti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nel territorio ligure». La base operativo per la realizzazione e la commercializzazione di patenti false vendute alla modica cifra di 2000 euro nel Nord Italia era il capoluogo campano dove, all’interno di alcuni appartamenti, gli investigatori al lavoro sul caso hanno trovato e smantellato un vero e proprio “nucleo centrale operativo” per la produzione e lo smercio dei documenti falsi poi acquistati in particolare nelle città di La Spezia, Parma e Cremona.
Le cifre e gli attori del raggiro: ecco come gli stranieri compravano il diritto di restare
Non solo: la banda multitasking e attiva su diversi fronti, sia criminali che geografici, come anticipato in apertura era dedita anche all’organizzazione di matrimoni combinati tra uomini extracomunitari e donne italiane: unioni civili grazie alle quali gli stranieri venivano garantiti i titoli e il diritto di rimanere nel Belpaese. In caso di nozze di favore, allora, secondo quanto ricostruito dagli uomini delle Fiamme Gialle e riferito dal quotidiano milanese diretto da Sallusti, per convolare a nozze era richiesto il «pagamento di una somma di 7000 euro, di cui 4000 euro andavano alla sposa e 3000 venivano divisi tra gli intermediari e i testimoni di nozze». Tutto organizzato e garantito – fino a che non sono stati smascherati e fermati – i 16 sospetti: quattro italiani, otto dominicani, due egiziani, un romeno e un moldavo.