Parla la figlia di una vittima: «Ci sono altri terroristi rossi in giro, come quelli che uccisero mio padre»
Non solo Battisti. Le vittime del terrorismo ora sperano. «Ogni volta che viene arrestato un latitante si torna a parlare degli altri che restano all’estero, che proseguono la loro vita senza scontare nessuna pena per quello che hanno commesso. E anche in questo caso con la cattura di Cesare Battisti noi figli, familiari di vittime di terroristi torniamo a sperare che il cerchio si chiuda, che chi ha ucciso paghi, e sconti la pena». Si sfoga con l’Adnkronos èDebora, figlia di Domenico Bornazzini ucciso il 1 dicembre del 1978 a Milano assieme a Pierantonio Magri e Carlo Lombardi dai terroristi di Prima Linea Maurizio Baldasseroni e Oscar Tagliaferri. Entrambi, condannati per la strage di via Adige, sono latitanti.
«Speriamo che il cerchio si chiuda»
«Noi facciamo i conti con la realtà, non spetta a noi iniziare la ricerca di Baldasseroni e Tagliaferri – noi possiamo solo sperare che questa sia volta buona per tornare a cercarli. Ora – dice Bornazzini – sto valutando con il mio legale di presentare un esposto per cercare di far ripartire le ricerche. Le loro tracce si sono perse ormai decine di anni fa e – racconta – non sappiamo più nulla nemmeno dopo che era stata disposta dal giudice la prosecuzione delle loro ricerche. Io intanto guardo avanti – sottolinea – nonostante il dolore che ho subito sono andata avanti, sono riuscita a proseguire, a costruire la mia vita nonostante quello che mi è stato negato quel giorno. Certo resta sempre il desidero che quel cerchio si chiuda».