Nuova scossa di terremoto di magnitudo 4.1 alle pendici dell’Etna: quasi 1400 gli sfollati
la terra trema ancora nel Catanese. A ritmo incalzante, e praticamente ininterrottamente: e infatti, una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 4.1, è stata registrata alle 00.50 dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in provincia di Catania. L’evento – con epicentro localizzato tra i comuni di Linguaglossa, Sant’Alfio e Milo – è stato avvertito dalla popolazione. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano danni a persone o cose.
Nuova scossa di terremoto alle pendici dell’Etna
Danni no, ma paura sì: e tanta pure. L’incubo terremoto stringe nella sua morsa Catania e dintorni, e il Dipartimento continua a seguire l’evolversi della situazione in stretto raccordo con i centri di competenza (Ingv e Unifi) e con la Regione Siciliana. L’ultima scossa, allora, come riferisce in queste ore il sito dell’Ingv, è stata registrata a 10 chilometri nord-ovest di Milo, alle pendici dell’Etna. L’ipocentro del sisma è stato rilevato a 2 km di profondità. E così, mentre prosegue senza sosta il lavoro delle 67 squadre di tecnici attivati presso i 9 Coc dei Comuni del Catanese interessati dal sisma di magnitudo 4.8 del giorno di Santo Stefano, continua ad aumentare il numero delle persone evacuate e sfollate.
Proseguono i sopralluoghi, aumentano gli sfollati
Finora sono stati eseguiti 4.050 sopralluoghi pari al 62% delle 6.547 istanze presentate dai cittadini. Sono 2022 (circa il 50%) le abitazioni che risultano agibili, 1.011 (il 25%) quelle parzialmente agibili, mentre la percentuale degli immobili inagibili si attesta al momento intorno al 24% (968) e 39, invece, sono le richieste ritenute non pertinenti. Infine, riguardo l’aggiornamento dei dati del post sisma, è salito a 1.334 il numero degli sfollati, di questi 556 hanno fatto ricorso a sistemazioni autonome e 776 sono quelli ospitati in alberghi convenzionati con la Regione siciliana. Due le persone ospitate in strutture pubbliche.