Migranti, Orlando ci manda di mezzo gli impiegati: «Lui fa politica, la legge è altro»
Il registro dell’anagrafe per l’iscrizione dei migranti, contrariamente da quanto previsto nel decreto Sicurezza, lui l’ha riaperto, perché «il sindaco mi ha inviato una disposizione e io sono tenuta ad applicarla». Il capoarea del servizio anagrafe di Palermo, Maurizio Pedicone, però, sembra voler prendere le distanze da quella decisione, chiarendo che Leoluca Orlando «mi ha mandato una disposizione scritta in cui mi chiedeva di sospenderne l’applicazione, io non ho fatto altro che girarla, sic et simpliciter, all’ufficio anagrafe».
Il dirigente dell’anagrafe prende le distanze
L’imbarazzo dei dirigenti, dunque, sembra essere il primo – per ora l’unico – effetto concreto della levata di scudi contro il decreto Sicurezza, capeggiata proprio dal sindaco di Palermo. Intervistato dall’Adnkronos, Pedicone ha spiegato che da parte sua non c’è alcuna volontà di fare «il paladino dei diritti dei migranti». «Non c’è né destra, né sinistra, né giallo, né verde. Il sindaco è un organo di governo e il mio compito come dirigente è quello di rispettare le sue disposizioni e di far funzionare l’amministrazione. Ormai tutto è diventato come il calcio: dalla poltrona di casa siamo tutti ct della Nazionale», ha aggiunto Pedicone, di fatto finito al centro del cortocircuito politico-amministrativo innescato dalle prese di posizione di Orlando.
La Digos negli uffici del Comune
Il dirigente il 3 gennaio ha girato al suo ufficio il documento con cui il sindaco disponeva la sospensione delle procedure previste dal decreto Sicurezza. Il documento di Orlando era datato 21 dicembre, ma è stato «ricevuto da questo ufficio – ha specificato Pedicone nella nota di trasmissione – soltanto ieri (2 gennaio, ndr) alle 17.07». Il giorno dopo, il 4 gennaio, la Digos è arrivata negli uffici dell’anagrafe cittadina, chiedendo conto – hanno riferito gli impiegati – di «cosa accade sulla regolarizzazione delle posizione di un richiedente asilo e quali sono le procedure che stiamo seguendo». Prima di Capodanno le richieste di residenza, fra rinnovi e ex novo, erano più o meno una decina e questa mattina all’ufficio anagrafe c’erano poche persone, la maggior parte delle quali doveva solo perfezionare la domanda presentata prima dell’entrata in vigore del decreto sicurezza.
«Orlando fa politica, la legge è un’altra cosa»
Ora il dirigente non vuole entrare nel merito politico della questione, anche perché «potrei anche non essere d’accordo ma non posso comunque non attenermi a quanto richiesto dal primo cittadino». «Posso dire però che le leggi si applicano, possono piacere o no», ha aggiunto Pedicone, sottolineando che «Orlando fa politica, ma la politica è una cosa, la legga un’altra». Nel frattempo comunque nessuna nuova residenza è stata concessa, solo che chi ha il permesso di soggiorno scaduto può e potrà presentare la richiesta. «I cittadini hanno il diritto di presentare istanze e gli uffici non possono rifiutarle. Se saranno accolte è un altro discorso», ha concluso il dirigente.