Migranti, l’armata delle toghe rosse sul piede di guerra al fianco dei radical chic
Alta tensione tra i magistrati e il governo. Magistratura Democratica ora entra in rotta di collisione con l’esecutivo gialloverde in tema di migranti. La corrente più a sinistra della Magistratura ha deciso di firmare l’appello dei soliti sinistri radical chic «Non siamo pesci» lanciato da un gruppo di intellettuali contro il «decreto sicurezza» e la politica di respingimenti attuata dal governo Conte. Si innesca così l’assurdo combinato disposto che siano i giudici a volersi sostituire alla politica e decretare la bontà o meno della linea dei ministri. A chiudere il cerchio intorno a Salvini è il fatto che i tre giudici autori della decisione di processarlo per il caso Diciotti – i giudici catanesi Nicola Lamantia, Paolo Corda e Sandra Levanti – siano tutti iscritti a Magistratura Democratica. Dire che Md voglia assumere un ruolo politico non appare certo una forzatura…
Toghe rosse e le anime buoniste
Non bastava, evidentemente, che già Magistratura Democratica per bocca del suo presidente Riccardo De Vito, avesse preso posizione contro il Decreto sicurezza. Ci voleva pure l’adesione all’appello lanciato dall’ex senatore Pd Luigi Manconi e dallo scrittore Sandro Veronesi e firmato dai soliti noti Benigni, Saviano, Lerner. La solita buffonata dell’Armata vip. La guerra sembra ormai dichiarata.
Nel mondo i “golpe”, li fanno i militari, nella “democratica” repubblica italiana li fanno i magistrati rossi. Quando i loro partiti perdono le elezioni ed al governo vanno quelli a cui il popolo a conferito il compito di governare.