Mafia nigeriana e spaccio, Gasparri: «Chiudere tutti i centri come il Cara di Mineo»
«Appare evidente che il Cara di Mineo, come molti altri centri simili, debba essere chiuso. Lo dice anche il procuratore di Catania, Zuccaro e deve spingere a questa scelta l’inchiesta sulla mafia nigeriana che si aggiunge a quella che l’Italia già patisce da decenni. Spaccio di droga, prostituzione ed altre attività illecite che si sono sviluppate all’ombra di questo centro». Lo dichiara Maurizio Gasparri (Fi). «Questa vicenda – aggiunge – dimostra una volta di più quanto sia sbagliata e dannosa per la nostra nazione la politica di ingressi indiscriminati di stranieri nel nostro Paese. E che il vero problema sia la permanenza di seicentomila clandestini e i tanti centri di accoglienza, più che altre questioni che oggi dominano le cronache. Il programma del centrodestra prevedeva di avviare ad espulsione coloro che non devono rimanere in Italia, attendiamo ancora che questa politica prenda corpo. Perché il vero problema – prosegue il senatore azzurro – sono i seicentomila che illegalmente stanno in Italia e centri come il Cara di Mineo che alimentano attività illegali. Sotto questo profilo siamo ancor all’anno zero. Si parla molto di alcune questioni e poco degli interventi che sono invece davvero urgenti».
Gasparri e la questione dello speciale di Grillo
Un’altra questione, il caso Grillo. «Ho presentato un’interrogazione in Commissione parlamentare di Vigilanza Rai per sapere a quanto ammontino esattamente i diritti che la Rai dovrà pagare per lo speciale dedicato a Grillo su Rai2 e a chi vengono pagati questi diritti, cioè le società che beneficeranno di questa erogazione da parte della Rai. Voglio una risposta scritta e formale immediata, con tutti i dettagli, perché alla fine tutti i salmi finiscono in gloria», afferma Gasparri. «Si parte per aprire le istituzioni come una scatola di tonno e poi, tra genitori con dipendenti in nero, familiari con case popolari a cui non hanno diritto, qualche abuso edilizio in famiglia e con un po’ di diritti televisivi, si continua nella normale vita italiana di sempre. Altro che cambiamento, per i dritti ci sono sempre dei diritti che si pagano con i soldi dei cittadini. Più che Beppe Grillo è il Marchese del Grillo. Lui è lui e gli altri…», conclude.