Lucano (Mimmo) amaro per Salvini: «È come Pinochet: un nemico dell’umanità»

30 Gen 2019 17:32 - di Niccolò Silvestri

Lucano amaro per Matteo Salvini. Non quello della pubblicità («Cosa vuoi di più…?»), ma il Lucano con la maiuscola, inteso come Mimmo, il sindaco di Riace balzato agli onori della cronaca per aver distribuito carte d’identità agli immigrati in barba alla legge e subito  adottato dalla solita sinistra senza idee e senza leader. Le vicissitudini giudiziarie innescate dalle sue condotte – aveva anche assegnato senza gara il servizio raccolta rifiuti ad una cooperativa di immigrati – non hanno certo tolto il sonno al focoso sindaco calabrese. Tutt’altro, da allora Lucano è sublimato in una sorta di anti-Salvini da esibire non solo senza imbarazzi ma addirittura con orgoglio ogni qualvolta c’è da opporre una politica dal cuore grande e de sinistra a quella cinica, gretta e “fascista” del capo del Viminale. E lui, Lucano, non si è certo fatto pregare più di tanto. E ora che la sua Riace è candidata al premio Nobel per la pace per il 2019, lui può  ufficialmente calarsi nel ruolo e dirgliene di brutte all’odiato ministro, fino a tratteggiare paragoni arditi («è come Pinochet perché passa sulla pelle degli esseri umani») e ad auspicare per lui esiti a dir poco improbabili («dovrà rispondere di crimini contro l’umanità»). Mancano solo gli Inti illimani e il quadro è completo.

Lucano, sindaco di Riace: «Il ministro è un criminale»

Riace e la Calabria stanno ormai strette a Lucano, molto più a suo agio nella nuova “tiratura” nazionale. Tanto da correre con il pensiero a Roma, dove in alcuni licei, in segno di protesta contro il Salvini-Pinochet, i docenti hanno deciso di riempire due ore di lezioni con libere dissertazioni sull’esodo africano. Per loro, puntuale, arriva la benedizione di Lucano: «La scuola gioca un ruolo fondamentale in questo senso: deve insegnare a essere critici e far capire il momento storico che stiamo attraversando. Non può esserci salvezza se ci si disinteressa ai problemi, non solo quelli vicini ma anche quelli lontani, come abbiamo fatto noi da giovani». Musica celestiale per quei professori che hanno deciso di intrattenere gli studenti parlando della Sea Watch o dello sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto. E vai! Vuoi mettere le solite, noiose e inutili nozioni dei programmi scolastici? Tanto più che, come ha sottolineato l’ineffabile Lucano, «il ruolo della scuola è quello di sensibilizzare e di coltivare il fermento, anche della ribellione». Soprattutto quando a fare il ribelle ci guadagni in fama e visibilità.

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