“Libero” fa un altro titolo-scandalo, stavolta sui gay. E scatena l’inferno
È scontro all’arma bianca tra Libero e il ministro Luigi Di Maio. L’ultima colpa del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, in calo di vendite, è un titolo di prima pagina decisamente sopra le righe, “Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay”, corredat0 da un lungo articolo di Filippo Facci, penna irriverente e provocatoria per contratto.
L’ira dei 5Stelle contro Libero
«Abbiamo fatto bene o no a tagliare i fondi a giornali del genere?», scrive su Facebook il vicepremier pentastellato. «Scriveranno queste idiozie senza più un euro di fondi pubblici. Vito Crimi ha avviato la procedura che azzererà i finanziamenti pubblici entro i prossimi tre anni». Gli fa eco il sottosegretario grillino agli Esteri, Manlio Di Stefano, che commenta duro: «Titoli del genere, così come quello sui terroni, creano discriminazione e fomentano odio. L’ordine dei giornalisti ha il dovere di intervenire tempestivamente. Tagliare i fondi a giornali come questo è doveroso. Questa non è informazione! NonLeggoLibero», scrive su Twitter. Il Pd, o meglio la rete omosessuale che fa capo al partito di Renzi, Martina e Zingaretti, non è da meno e si tuffa nella polemica politico-giornalistica. «È un titolo ignobile, fatto da un direttore disperato per il crollo delle vendite di copie del suo giornale», commenta Alessandro Zan, deputato del Pd, attivista per i diritti Lgbt, promotore del registro anagrafico per le coppie omosessiali, «non è che i gay aumentano o gli etero diminuiscono, perché l’orientamento sessuale di una persona non si decide, ma semplicemente si nasce così. È la condizione umana della persona, tutto qui. Se mai oggi, fortunatamente, i gay e le lesbiche di questo paese si dichiarano in famiglia, agli amici e nei posti di lavoro e questa è la condizione e il presupposto fondamentale per essere felice come tutti gli altri». Anche da Forza Italia arrivano censure al titolo incriminato. «Libero varca il ponte di Einstein-Rosen e ci riporta indietro nel tempo quando essere gay significava la messa al bando o peggio. Davvero fa vendere più copie l’omofobia o la caccia al terrone?», così il tweet di Renata Polverini.
Nell’articolo Facci descrive un’istantanea di oggi mettendo al primo punto il calo del Pil poi la fatturazione elettronica, che non risolve il problema dell’evasione, infine i sondaggi che rilevano un aumento degli omosessuali e un 10 per cento di giovani tra i 16 e i 24 anni che si idenfiticano come bisex. «C’è un link tra il calo del Pil, l’elusione della fattura elettronica e l’aumemto dei gay dichiarati? Non lo sappiamo – conclude l’articolo di Libero – ma la fotografia è quella. Anche quella. Spiega l’Italia che cambia e quella che non cambia per niente».
e magari ha anche ragione…..
Annamo bbene!