Le intercettazioni del tunisino: «Ho fatto 16 volte su e giù dalla Sicilia sui gommoni»
Vengono fuori le prime intercettazioni. «…Sedici volte sono andato in Tunisia, sedici volte vado in Tunisia e torno…». Così, senza sapere di essere intercettato, parlava uno degli indagati nell’ambito dell’operazione anti-terrorismo che ha portato al fermo di quindici persone eseguiti dalla Dda di Palermo. La Procura ha scoperto un gruppo criminale che con gommoni veloci organizzava, tra le altre cose, traversate dalla Tunisia in cambio di 2.500 euro. In una delle intercettazioni Aymen Fathali telefonava a Mohamed alias Hamma e affrontava subito le questioni sulla «possibilità di poter attivare una direttrice di transito Tunisia-San Vito lo Capo». Ed evidenziava di essere «solito ad effettuare simili traversate (“16 volte sono andato in Tunisia, 16 volte … inc. … 16 volte vado in Tunisia e torno …”)», si legge nel provvedimento di fermo.
L’intercettazione e gli arrivi illegali
Il dialogo poneva poi in evidenza che Mohamed alias Hamma voleva fare arrivare in Italia il fratello. Questa circostanza aveva provocato un certo rammarico in Aymen Fathali «il quale – si legge ancora nel provvedimento – evidenziava che avrebbe dovuto saperlo prima, atteso che proprio il giorno precedente c’era stato uno sbarco». Nel dialogo, dopo che Aymen Fathali aveva fatto cenno a dei soggetti che avrebbe potuto interessare per la vicenda (definiti, con termine affaristico, broker), c’era la rassicurazione del fatto «che il fratello di Mohamed, grazie a Aymen Fathali ed al suo circuito di riferimento, sarebbe giunto illegalmente in Italia (“… allora lo portiamo Hamma … sulla vita di mia madre sale nell’imbarcazione con noi, e sistemo tutto con i broker … e tutto e lo portiamo … – omissis”)».