L’addio a Fernando Aiuti. Alemanno: «Grande scienziato, uomo eccezionale»

10 Gen 2019 12:35 - di Fabio Marinangeli

«Ci mancherà Fernando Aiuti». Sono le prime parole scritte da Gianni Alemanno che in un post su facebook ha voluto ricordare, commosso, la scomparsa dell’immunologo che tanto ha dato alla Medicina. «Non solo come grande scienziato ma come uomo eccezionale, capace di unire la lotta alla malattia con la solidarietà sociale e con l’impegno politico. Mi fece il grande onore di essere il capolista del Pdl quando vincemmo le elezioni comunali di Roma nel 2008 rimanendo al nostro fianco per tutti i cinque anni del governo di centrodestra della Capitale».

Fernando Aiuti, scienziato di indiscusso valore

Fernando Aiuti «per 30 anni ha dedicato la sua vita alla scienza e ai malati. Tutti noi gli saremo sempre grati sia come uomo di scienza che per la grande umanità con la quale ha affrontato il mostro dell’Aids». Vincenzo Panella, Direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I di Roma, ricorda Aiuti, «professore ordinario di Medicina interna e docente della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica al policlinico romano. Scienziato di indiscusso valore, testimoniato da una vasta produzione scientifica, il professor Aiuti – prosegue Panella in una nota – si è impegnato per la ricerca contro l’Aids, studiando l’infezione da Hiv in tutti i suoi aspetti, mettendo a punto nuovi protocolli diagnostici e terapeutici capaci di ridurre i casi di contagio e dando la possibilità a molte persone di poter convivere con il virus e condurre una vita normale. Ricordando per sempre il bacio dato a Rosaria Iardino – conclude – a dimostrazione che il bacio altro non era che un grido e un richiamo al coraggio di parlare di Aids, di andare avanti con lo studio e con la ricerca, di informare e di curarsi».

“Un visionario che è stato un vero maestro”

«Ci lascia un bravissimo ricercatore, un grande medico che ha combattuto (vincendo) non solo le malattie ma anche e soprattutto i pregiudizi. Insieme a me una generazione di ricercatori gli deve moltissimo. Vivrà nel nostro ricordo e nel nostro affetto», afferma il virologo Roberto Burioni. «Un visionario che è stato maestro di un’intera generazione», sono le parole di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale malattie infettive (Inmi) Lazzaro Spallanzani di Roma. «L’ho conosciuto durante la specializzazione in malattie infettive molti anni fa. Aiuti – aggiunge Ippolito all’Adnkronos Salute- aveva avuto l’intuizione dell’enorme potenzialità dell’immunologia ed aveva avuto l’opportunità di un periodo di formazione all’estero, quando partire non era da tutti. Le sue idee, al ritorno in Italia, erano innovative, lungimiranti e rivoluzionarie. Una vera calamita per i giovani. Lo stesso avvenne quando si iniziò a parlare di Aids: ancora una volta dimostrò di essere visionario, occupando la scena mediatica oltre che quella scientifica». La lotta alle malattie infettive «è stata la sua vita, come anche l’impegno per l’accesso alle cure. È stato un maestro apprezzato anche da chi lo criticava. Un’intera generazione si sente figlia sua. Sempre leale e sincero. Ci mancherà moltissimo».

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