Il sindaco di Amatrice: “A Roma pensano solo ai migranti, ci hanno abbandonato”

30 Gen 2019 18:54 - di Giovanni Pasero

«Siamo stati messi in disparte dopo la tragedia di Genova e dopo il terremoto di Catania e noi non possiamo continuare a vivere di decreti che non riguardano direttamente le nostre emergenze». È pronto a dimettersi il sindaco di Amatrice Filippo Palombini. Insieme agli altri primi cittadini dei comuni colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016, si fa portavoce della protesta per una mancata ricostruzione che non parte mai e che ha lasciato i residenti della zona in case provvisorie e senza le proprie attività.

“La ricostruzione di Amatrice non è mai partita”

«Il governo si è dimenticato di noi», racconta ai microfoni della trasmissione Mediaset “Stasera Italia”. Un problema che si è acuito secondo Palombini dopo che la preoccupazione principale per questo esecutivo è diventata la situazione migranti: «La ricostruzione non è mai partita, non possiamo accettarlo».

“Le leggi ci sono, basterebbe applicarle”

«Se non avranno risposte sulla ricostruzione, tutti i sindaci del cratere marceranno presto uniti e rimetteranno il mandato. Siamo rimasti senza interlocutore e senza guida», aveva anticipato Palombini in un’intervista al Giornale. «Le leggi ci sono, ma mancano i decreti per renderle operative. Faccio l’esempio del dl 55 del luglio scorso. Il denaro è rimasto bloccato, lo stesso commissario per la Ricostruzione ignorava che servisse un ulteriore passaggio», spiega. Si riferisce al decreto legge n.55 del 29 maggio 2019 convertito in legge a luglio. Il decreto parla di «ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016».

 

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