Il percorso umano e politico di Tommaso Manzo nel ricordo di un amico fraterno

9 Gen 2019 14:22 - di Nazzareno Mollicone

Riceviamo da Nazzareno Mollicone un ricordo di Tommaso Manzo e volentieri pubblichiamo

L’improvvisa scomparsa di Tommaso Manzo ha colpito dolorosamente come un fulmine tutta la “comunità” che con lui aveva condiviso decenni di militanza, anche dura e pericolosa, di iniziative politiche, di approfondimenti culturali, di attività professionali. Già è stato detto molto di lui, sul piano del suo impegno attivistico quale segretario della “mitica” sezione della Balduina, accusata anche (pochi lo ricordano) di “ricostituzione del partito fascista” (una sezione!): non tanto per la presenza attiva dei suoi iscritti nella militanza politica che era comune a tante altre sezioni di Roma e d’Italia, ma piuttosto per la attenzione dedicata in quella sede anche alla preparazione ideologica e culturale, cosa che forse preoccupava di più il sistema partitocratico di allora. E’ stato ricordato come egli rimase vittima di un attentato di un gruppo terroristico che imitava le Brigate Rosse, i Nuclei di Azione Proletaria. Rimase ferito alle gambe, senza però conseguenze invalidanti: ebbe però la capacità (e il coraggio, che all’epoca pochi avevano) di riconoscere nelle foto segnaletiche della Polizia i suoi attentatori, che furono così arrestati e condannati.

Manzo nel 1969 entrò nel Msi con Rauti

Tommaso Manzo è stato anche tanto altro. Figlio di un militare, iniziò la sua militanza politica negli anni Sessanta, aderendo ai gruppi giovanili del Centro Studi Ordine Nuovo collocato nell’ormai storica sede di via degli Scipioni n. 268/a e partecipando alla riunione dei “Comitati di Riscossa Nazionale” nella manifestazione del 27 giugno 1965 al Teatro Brancaccio. Decise poi nel 1969 di entrare nel Movimento Sociale Italiano insieme a Pino Rauti e agli altri dirigenti di O.N. collaborando alla Rivista Presenza. Nel mese di gennaio 1977 fu eletto dal Comitato centrale del Msi componente della Direzione nazionale del partito e mantenne questa carica – sempre rieletto nei congressi – fino allo scioglimento del partito deliberato dal congresso del 1995 a Fiuggi. Costituitasi Alleanza nazionale, fu molto vicino a Giulio Maceratini che era divenuto il presidente del gruppo di An in Senato. La sua presenza nei massimi vertici del Partito non era solo onorifica: egli partecipava attivamente ai lavori del Comitato centrale, della Direzione nazionale e dei Congressi contribuendo ad elaborare documenti, intervenendo nelle riunioni e assumendo ruoli di garanzia nelle commissioni elettorali e nei seggi elettorali.

Manzo nelle associazioni sportive e legali

In particolare, si dedicò a due attività “parallele” del Msi, quelle dell’avvocatura e dello sport. Nell’avvocatura, fu uno dei soci dell’Associazione Cidaf (Centro Italiano di Azione Forense) costituita dagli avvocati di destra (ricordiamo in particolare Valensise, Andriani, Battista, Gallitto, Marchio, Valentino e tanti altri) per contrastare e invalidare le decisioni della magistratura influenzata dalla sinistra e per proporre una concezione della giurisprudenza basata sull’imparzialità e sul rispetto della legge. Da tener presente che Manzo non s’interessò solo, insieme agli altri avvocati del Msi, alla difesa dei militanti nei processi politici che in quegli anni erano numerosi ma fu attivo anche nelle cause civili di lavoro, collaborando con i sindacalisti della Cisnal per assisterli nelle vertenze da loro avviate. Per quanto riguarda lo sport, divenne dirigente della storica associazione sportiva Centro Nazionale Fiamma emanazione del Msi e, dopo la crisi di quest’ultima, contribuì attivamente alla fondazione della nuova associazione vicina ad Alleanza aazionale denominata Alleanza Sportiva Italiana che rappresentò in organismi costituzionali, quali il Coni e il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

Manzo consigliere comunale capitolino

In ambito pubblico, fu consigliere circoscrizionale e comunale di Roma e la sua presenza, sempre attenta e precisa, era in grado sia di svelare le irregolarità delle amministrazioni comunali, allora guidate dal Pci (ricordiamo i sindaci Luigi Petroselli e Ugo Vetere) sia di proporre soluzioni a problemi annosi della Capitale. Fu anche, nel periodo della giunta capitolina avente come sindaco Gianni Alemanno, assistente della presidenza dell’azienda municipalizzata Ama. Ultimamente, si era dedicato al coordinamento delle iniziative culturali dell’associazione M.Arte, situato nel Museo Crocetti di via Cassia, di cui era il presidente organizzando presentazione di libri e altre iniziative culturali. La sua scomparsa ha estremamente colpito tutti i suoi colleghi, amici e camerati di tante battaglie, in particolare coloro che lo frequentavano in modo continuativo, da Giulio Macerativi a Marcello Perina, da Renato Manzini a Isabella Rauti, da Bruno Esposito a Nicola Cospito, da Romolo Sabatini a Toni Gemmellaro, e tanti altri che non riusciamo a citare. Il ricordo del suo stile di vita sempre corretto e leale, della sua elevata professionalità, dell’attiva militanza e passione politica, lo faranno rimanere sempre presente nei nostri cuori.

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