Il Calendario del Fascio spopola a Predappio. Alla faccia di Fiano

27 Gen 2019 19:01 - di Redazione
casa del fascio predappio

Alla faccia delle isterie dell’Anpi e del sinistrume che avevano tuonato non molto tempo fa sulla vendita (con successo) dei calendari del Duce e dei gadget mussoliniani, chiedendone la messa al bando e la denuncia, capita ora che il calendario della «città del Duce» metta tutti d’accordo. Lo leggiamo sul Giornale. Una buona idea l’ha avuta Giorgio Frassineti, il sindaco Pd di Predappio che da anni tenta di trasformare  la Casa del Fascio, in pieno centro del paese e in uno stato di abbandono totale, in un museo e in un centro di documentazione sul fascismo e sui totalitarismi. Il progetto va avanti tra mille polemiche dal 2014, come racconta Luigi Mascheroni: “oggi finalmente il Comune ha dato l’incarico di progettazione per la riqualificazione dell’immobile. Intanto è già stato nominato il responsabile del Comitato scientifico del museo (Marcello Flores) e recuperata una prima tranche per i lavori (3,5 mln di euro). Poi, una volta pronto il contenitore, si comincerà a pensare al contenuto, cioè all’allestimento del percorso espositivo. Però il più, ormai, è fatto”.

Calendario 2019

Ma non è tutto, perché per festeggiare l’occasione “il Comune di Predappio ha dedicato il calendario 2019 (che negli scorsi anni illustrava la chiesa parrocchiale, l’attività degli scout) proprio alla Casa del Fascio, con tanto di foto d’epoca, storia della struttura, lo stato di degrado, la descrizione delle fasi del progetto, la nuova destinazione d’uso, le planimetrie del museo…” Il sindaco ne ha fatte stampare tremila copie, distribuendole a tutte le famiglie di Predappio. Un regalo per fare capire che quella Casa è un monumento alla memoria. La vera notizia è che in consiglio comunale – maggioranza e opposizione, da sinistra a destra – hanno concordato e votato a favore dell’iniziativa. Alla faccia dei Fiano e delle Boldrini, trattasi di un bel segnale di civiltà dalla città che ha dato i natali a Benito Mussolini.

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