Il Bambin Gesù ce l’ha fatta: trapianto riuscito. Il piccolo Alex può tornare a casa

24 Gen 2019 12:28 - di Redazione

Trapianto riuscito per il piccolo Alex, il bimbo affetto da una rarissima patologia genetica, la linfoistiocitosi emofagocitica, e per il quale, nei mesi scorsi, è scattata una grande mobilitazione di solidarietà finalizzata ad individuare il donatore idoneo a salvarlo. Alex è stato operato il 20 dicembre scorso al Bambin Gesù di Roma, dove era giunto con speranze ormai ridotte al lumicino dal Great Ormond Street Hospital di Londra, e ora può finalmente tornare a casa – come riferisce una nota dell’ospedale capitolino – in buone condizioni di salute.

Il piccolo Alex affetto da una rarissima malattia genetica

A salvarlo sono state le cellule del padre, in un primo tempo scartate ma poi riconsiderate alla luce dell’incompatibilità degli altri donatori. «Hanno perfettamente attecchito – riferisce il professor Franco Locatelli – ripopolando adeguatamente il sistema emopoietico e immunitario del paziente». Quattro settimane costituiscono un tempo congruo a registrare possibile complicanze sul piano infettivo o su quello del rigetto. Ma fortunatamente nulla si è verificato per cui, come sottolineato dall’equipe che ha tenuto in cura il piccolo Alex, «il percorso trapiantologico può dirsi concluso positivamente». Sospeso già da una settimana anche il farmaco salvavita (emapalumab), che teneva sotto controllo la malattia regolando le reazioni del sistema immunitario.

Salvato dalle cellule del padre

Per Alex si apre ora una nuova fase: controlli in day hospital con frequenze inizialmente settimanale e poi, via via, sempre più distanziate. Ad essere costantemente e accuratamente monitorato dai medici sarà, nelle prossime settimane, il completamento del processo di ricostituzione immunologica, così come il persistere di un attecchimento completo delle cellule paterne. «I rischi ai quali i pazienti di questo tipo possono andare incontro dopo la dimissione – spiega il professor Locatelli – sono principalmente legati allo sviluppo di complicanze infettive. Per questa ragione il piccolo Alex verrà strettamente controllato con periodiche visite. Al netto di questa nota di cautela – è la conclusione del luminare – non possiamo che essere, allo stato attuale, felici per l’evoluzione di questa vicenda così complessa».

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