Ex 007 rivela: «Stavamo per prendere un killer di Moro, ma uno scoop dell’Unità fece saltare tutto»
Alessio Casimirri? “Eravamo a un passo dal farlo rientrare in Italia, poi quel maledetto scoop dell‘Unità fece saltare tutto”. A raccontarlo all’Adnkronos è Carlo Parolisi, agente del Sisde oramai in pensione, che nel 1993, con altri due 007 (uno era Mario Fabbri) stava per riuscire nell’impresa storica di riportare a casa l’ex Br che fu nel commando che sequestrò Aldo Moro e uccise la sua scorta. Condannato a sei ergastoli, Casimirri non ha mai passato un giorno in cella e oramai da 37 anni vive in Nicaragua, dove ha moglie e figli oltre che una fiorente attività da ristoratore.
«Come facevano a sapere che ervamo tre agenti?»
Secondo Parolisi, dietro il fallimento di quella operazione c’è la rete di protezione che aveva consentito a Casimirri e a tanti altri brigatisti di sottrarsi all’arresto e fuggire all’estero, una rete che negli anni ’80 era una vera e propria organizzazione strutturata e che negli anni ’90, pur in crisi, ancora difendeva se stessa: “Con le sue dichiarazioni Casimirri poteva inguaiare qualcuno, questa è l’idea che mi ero fatto all’epoca e che mi è rimasta oggi”, spiega Parolisi, ragionando sui diversi tentativi non andati a buon fine per riportare l’ex Br in Italia. “Come uscì quella notizia ce lo chiediamo ancora. Di quella operazione eravamo al corrente solo in pochissime persone. Tra l’altro, ed è singolare, l’articolo parlava proprio di tre 007 coinvolti, ma che fossimo in tre non lo sapeva nessuno, risultavamo sempre in due per tutelare l’agente sotto copertura…”.