Ex 007 rivela: «Stavamo per prendere un killer di Moro, ma uno scoop dell’Unità fece saltare tutto»

15 Gen 2019 18:29 - di Redazione

Alessio Casimirri? “Eravamo a un passo dal farlo rientrare in Italia, poi quel maledetto scoop dellUnità fece saltare tutto”. A raccontarlo all’Adnkronos è Carlo Parolisi, agente del Sisde oramai in pensione, che nel 1993, con altri due 007 (uno era Mario Fabbri) stava per riuscire nell’impresa storica di riportare a casa l’ex Br che fu nel commando che sequestrò  Aldo Moro e uccise la sua scorta. Condannato a sei ergastoli, Casimirri non ha mai passato un giorno in cella e oramai da 37 anni vive in Nicaragua, dove ha moglie e figli oltre che una fiorente attività da ristoratore.

«Come facevano a sapere che ervamo tre agenti?»

Secondo Parolisi, dietro il fallimento di quella operazione c’è la rete di protezione che aveva consentito a Casimirri e a tanti altri brigatisti di sottrarsi all’arresto e fuggire all’estero, una rete che negli anni ’80 era una vera e propria organizzazione strutturata e che negli anni ’90, pur in crisi, ancora difendeva se stessa: “Con le sue dichiarazioni Casimirri poteva inguaiare qualcuno, questa è l’idea che mi ero fatto all’epoca e che mi è rimasta oggi”, spiega Parolisi, ragionando sui diversi tentativi non andati a buon fine per riportare l’ex Br in Italia. “Come uscì quella notizia ce lo chiediamo ancora. Di quella operazione eravamo al corrente solo in pochissime persone. Tra l’altro, ed è singolare, l’articolo parlava proprio di tre 007 coinvolti, ma che fossimo in tre non lo sapeva nessuno, risultavamo sempre in due per tutelare l’agente sotto copertura…”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *