E ora gli ex-M5S si inventano il partito italiano dei gilet gialli

1 Gen 2019 16:19 - di Redazione

Il “brand” faceva gola un po’ a tutti ma il più veloce a registrare il marchio dei gilet gialli in Italia è stato un exgrillino sardo, Salvatore Bussu, che, ora già sogna in grande.

Imprenditore agricolo di Alghero. Bussu è stato membro del meetup della sua città e, in occasione delle ultime “regionarie”, ha partecipato alla consultazione online sulla piattaforma cinque stelle Rousseau per la scelta del candidato alla presidenza della Regione Sardegna, classificandosi settimo.

Bussu punta in alto e non nasconde le sue ambizioni convinto com’è di poter aggregare attorno al simbolo dei gilet gialli italiani tutti i transfughi e gli scontenti del Movimento Cinque Stelle della prima ora che non si riconoscono più nelle scelte politiche del nuovo movimento costretto a fare i conti con il realismo governativo e ad abbandonare i toni barricadieri di un tempo su temi come la Tav o la Tap.

Il neo-leader dei gilet gialli italiani è certissimo di fare velocemente proseliti in nome di un movimentismo nonviolento – ma chi può dirlo davvero ora? – rispetto a quello transalpino che, negli ultimi mesi, ha messo in ginocchio la Francia e spalle al muro Macron costringendolo a una resa ingloriosa e a concessioni economiche pesanti per le casse francesi.

Se il partito dei gilet gialli italiani è ancora in fase di organizzazione, il simbolo è già pronto e persino depositato, come ha scoperto lo scorso 10 dicembre l’Adnkronos, presso il database dell’Ufficio brevetti e marchi del Mise: un giubbotto catarifrangente e una striscia tricolore campeggiano sotto la scritta “gilet gialli”.

Un logo che, a dire il vero, non brilla per originalità e inventiva grafica e ricorda più il simbolo di una squadra di polo water che quello di un partito politico.

L’infatuazione dei grillini (o ex-grillini) per il movimento dei gilet gialli d’Oltralpe non è, però, cosa recente.

Gia in precedenza Grillo aveva trovato assonanze e similitudini – evidenziando alcuni distinguo – con quei contestatori francesi che hanno messo s ferro e fuoco Parigi: “”I gilet gialli – aveva spiegato il comico – hanno venti punti di programma, non parlano solo di tasse, vogliono il reddito di cittadinanza, pensioni più alte… tutti temi che abbiamo lanciato noi, ma sui giornali finiscono per aver contestato le tasse sulla benzina, cioè l’unica cosa giusta che ha fatto Macron“, aveva concluso il superecologista Grillo.

Di Battista, che si appresta a tornare sulla scena politica, sembra pensarla allo stesso modo: “le richieste dei gilet gialli sono sacrosante, così come sacrosanta è la loro battaglia contro questa stramaledettissima globalizzazione. Credo che il Movimento 5 Stelle debba dare il massimo supporto a questo movimento di cittadini francesi che chiede diritti, salari giusti, la fine dell’impero delle privatizzazioni e il controllo della finanza da parte degli Stati”.

Ma tanto Grillo quanto Di Battista rischiano di trovarsi i nemici in casa perché la bandiera dei gilet gialli l’hanno raccolta, in Italia, proprio chi dall’M5S ha preso, con fastidio, le distanze.

Il primo gruppo organizzato a mettere il “cappello” sulla protesta dei gilet gialli francesi è stato il “Coordinamento Nazionale Gilet gialli Italia” di cui fa parte, tra gli altri, l’exdeputato M5S Ivan Della Valle, famoso per il suo coinvolgimento nella rimborsopoli a 5 Stelle.

Ora è la volta di un altro ex-grillino, Salvatore Bussu. Che ci tiene a fare distinzioni: “siamo i soli a poter utilizzare quel simbolo e quel nome. In Italia in tanti usano quella sigla, ma senza simbolo non si va da nessuna parte. Vogliamo portare avanti un discorso serio, certamente non con i toni che ci sono in Francia. Questo progetto coinvolge già tante persone: ce la metteremo tutta, non sarà una cosa improvvisata”.

E a chi gli ricorda il suo ex-compagno di partito Ivan Della Valle, Bussu replica: “non c’è alcun collegamento con lui. La formazione di un partito è un’altra cosa: noi stiamo parlando di una cosa seria, ci stiamo muovendo con i piedi di piombo per preparare un programma. Non vogliamo andare allo sbaraglio…”.

Quanto all’M5S, per Bussu è preistoria: “quella ormai è una storia chiusa, il M5S che conosco io non esiste più, ha abbandonato i cittadini. Come “gilet gialli” cercheremo di portare avanti alcuni temi cari al “vecchio” Movimento ma – avverte – le nostre non saranno istanze fantasiose o populiste”.

Difficile pensare che nell’affollatissimo parterre politico ci sia ancora qualche spazio libero da riempire.

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