Droga, da San Patrignano un bollettino di guerra: accoglienze aumentate del 70%

7 Gen 2019 17:36 - di Redazione

Sono stati 349 nel 2018 gli ingressi nella comunità di San Patrignano, a fronte di 157 ragazzi che si sono reinseriti nella società, l’85% dei quali è riuscita a trovare lavoro. Quarantaseimila gli studenti raggiunti in tutta Italia in una serie di incontri aiutarli a riflettere sulle loro scelte di tutti i giorni. È il bilancio dell’anno appena trascorso tracciato dalla Comunità di San Patrignano, che nel 2018 ha celebrato il 40° anniversario dalla fondazione e che, lanciando l’allarme su una sempre maggiore diffusione delle droghe tra giovani e giovanissimi, registra comunque un segnale positivo: l’istituzione, dopo oltre 10 anni di assenza, di un fondo statale per la prevenzione.

L’Italia fra i primi in europea per consumo di droga

«In 40 anni oltre 26mila ragazzi sono passati dalla comunità, persone a cui non viene chiesto nulla se non la volontà di cambiare, mettendosi in discussione nel profondo. Recupero, formazione, prevenzione e gratuità continuano a essere i cardini della comunità, che è cresciuta in dimensioni e numeri senza mai perdere di vista l’essere prima di tutto un luogo di rinascita, contro le dipendenze e l’emarginazione sociale», si legge in una nota di San Patrignano, che sottolinea anche come l’Italia resti uno dei Paesi più problematici in Europa per consumo di droga. Il nostro Paese è secondo per il consumo di cannabis, un terzo della popolazione tra i 15 e i 64 anni ne ha fatto uso almeno una volta e quarto per assunzioni di cocaina, con oltre due milioni e mezzo di persone che la consumano.

Impennata di overdose da eroina, specie tra i minorenni

Nell’ultimo anno sono stati 670mila gli studenti italiani (26%) che hanno usato almeno una droga. Il consumo di eroina, poi, è in drammatico aumento: rispetto allo scorso anno in Italia i casi di overdose sono saliti da 196 a 247 e «un altro indicatore del dramma che continua a bussarci alla porta ogni giorno è che sono sempre di più i minorenni». Secondo la relazione al Parlamento, il 34% degli adolescenti ha fatto uso di sostanze nel corso della propria vita «e il dato non ci sorprende, viste le continue richieste di aiuto da parte di questa fascia d’età», commenta la Comunità, spiegando che «nell’anno appena trascorso ne abbiamo accolti altri 20 in comunità nei due centri minori maschile e femminile di cui disponiamo». «Negli ultimi tre anni abbiamo aumentato del 70% le accoglienze. Il 64% dei ragazzini si rifornisce di droga per strada, il 30% a scuola, è crollata a 14 anni l’età media del primo contatto con le droghe», viene spiegato ancora.

Dopo 10 anni, torna il fondo per la prevenzione

La comunità evidenzia però anche che l’anno si è chiuso con un segnale più che positivo: il governo, dopo oltre 10 anni, è tornato a istituire un fondo a favore della prevenzione. «Le cifre non sono certo quelle di tanti anni fa, ma i 7 milioni stanziati e spalmati su tre anni, oltre a rimarcare la pericolosità e l’urgenza d’intervenire, ci fanno ben sperare sulla volontà di supportare il lavoro che portiamo avanti ogni giorno», sottolinea San Patrignano, ricordando un’indagine che l’istituto Piepoli ha realizzato per il Moige, intervistando sia genitori che cittadini senza figli.

«Dalla droga si esce, la vera sfida è dimostrarlo a tutti»

Dalla ricerca è risultato che il 63% è preoccupato per la diffusione che stanno avendo i negozi di cannabis light. Il 29% ha paura che i propri figli si lascino tentare dalla droga o dall’alcol. «Dati che ci confermano che la preoccupazione c’è, ma anche che c’è una percezione totalmente errata del pericolo: è una distinzione, infatti, che non dovrebbe esserci, visto che il primo avvicinamento degli adolescenti alle droghe avviene proprio con le sostanze classificate come “leggere”», ricorda San Patrignano, rimarcando che «da qui deriva anche la necessità di continuare a fare prevenzione e informazione nelle scuole». Anche perché, ricorda San Patrignano, «la sfida da portare avanti è dimostrare che dalla droga si esce. Che si può tornare ad essere autonomi, responsabili e indipendenti e recuperare la propria dignità».

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