Decreto Salvini, costituzionalista gela i sindaci “ribelli”: «Siete obbligati ad applicarlo»
Decreto Salvini, un insigne costituzionalista placa i bollori dei sindaci “ribelli”. La mancata applicazione della legge Sicurezza, nella parte che riguarda i migranti, annunciata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, al quale si sono associati il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris e quello di Firenze Dario Nardella “è un atto politico, i Comuni sono tenuti a uniformarsi alle leggi”. A sottolinearlo all’Adnkronos è il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli. “La pubblica amministrazione – spiega – non può sollevare questioni di legittimità costituzionale e deve uniformarsi alla legge, a meno che non sia liberticida, che potrebbe essere un caso eccezionale, una rottura dell’ordinamento democratico. Bisogna vedere se si tratta di norme rispetto alle quali è prevista un’attività del Comune che ha carattere di discrezionalità, che la legge impone e che il sindaco ritiene di disapplicare. Non può essere una contestazione generale”. “Se ci sono atti che la legge prevede per i Comuni il sindaco non può disapplicarla. Se la disapplica, e in ipotesi interviene il prefetto o un’altra autorità, sorge un contenzioso e allora potrebbe essere sollevata una questione di legittimità costituzionale. Al momento – ribadisce Mirabelli – è un atto politico”.
Martina promette fuoco e fiamme…
Sempre sul fronte dell’opposizione al decreto Salvini, Maurizio Martina promette fuoco e fiamme . «È inutile – annuncia – che Salvini pontifichi via social. Con il suo decreto ci saranno 100mila nuovi irregolari in due anni. Questi sono i fatti. Quel decreto porta solo più insicurezza sulla pelle di tutti i cittadini ed è giusto contrastarlo per difendere le città dalla follia della propaganda leghista. Prima quelle norme verranno abrogate e meglio sarà e per me occorre anche lavorare alla raccolta firme per un referendum abrogativo».