Come si fa politica: la “vecchia scuola” è ancora esempio. Un libro su Pinuccio Tatarella
«Non è solo un ricordo, ma anche l’occasione per parlare di politica di qualità che di questi tempi, come dire, non guasta». La sintesi di cosa sono e saranno gli eventi programmati per il ventennale della morte di Pinuccio Tatarella l’ha data Maurizio Gasparri, con la battuta finale della conferenza stampa di presentazione del libro Pinuccio Tatarella. Passione e intelligenza al servizio dell’Italia. Il volume, a cura della Fondazione Tatarella ed edito da Giubilei Rignani, raccoglie 36 testimonianze di altrettante personalità della politica e della cultura che conobbero il “ministro dell’Armonia” o che, anche a distanza, hanno avuto modo di apprezzarne l’esempio politico, culturale e umano. Insieme al convegno organizzato dalla Fondazione Alleanza Nazionale, che si terrà alla Camera l’8 febbraio, giorno esatto della scomparsa di Tatarella, il volume rappresenta uno dei momenti cruciali delle celebrazioni, che si dispiegheranno anche con eventi sul territorio.
Il libro Pinuccio Tatarella. Passione e intelligenza al servizio dell’Italia
A presentare il volume, oltre a Gasparri, c’erano il senatore Adolfo Urso, il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, Fabrizio Tatarella e Francesco Giubilei, rispettivamente vicepresidente e presidente della Fondazione Tatarella. Tutti “allievi” di Pinuccio Tatarella che, come ricordato da Fabrizio Tatarella, «ha cresciuto molti che poi hanno raggiunto ruoli importanti nella vita del Paese». Allievi che hanno vissuto l’uomo e il politico direttamente o che ne hanno raccolto l’insegnamento, come nel caso del giovanissimo Giubilei (il presidente della Fondazione Tatarella è nato nel 1992). La vita vissuta, gli aneddoti, i ricordi sono il filo rosso delle molte voci che hanno voluto rendere omaggio a questa straordinaria figura della politica italiana. Una lunga lista di nomi notissimi, che fanno del volume «un piccolo caso editoriale, anche perché – ha sottolineato Giubilei – ci sono i contributi dei tre leader del centrodestra: Meloni, Salvini e Tajani». È stato però alla voce di un avversario che i curatori del libro hanno deciso di affidare la frase che apre il volume. «Tatarella ci ha insegnato la differenza tra morire e finire. Grazie alla sua personalità generosa e alla sua frenetica attività politica a distanza di tanti anni molti ancora lo ricordano e la politica a lui fa sempre costante riferimento. Ecco perché – ha scritto Luciano Violante – Tatarella è morto, ma non è finito».
La cultura come base per l’azione politica
«Aveva cartelline per tutto, da Lenin al consigliere comunale di Mola di Bari. Per lui era tutto importante, tutto poteva essere fonte di conoscenza», ha ricordato Gasparri, sottolineando l’intelligenza di un uomo che riconosceva la continuità tra la «battaglia culturale» e «l’attività politica». Che, anzi, per dirla con Sangiuliano, «era convinto che la politica dovesse essere la proiezione di quanto elaborato a livello culturale». Da questa «straordinaria curiosità intellettuale» discendeva quindi quel modo non scontato, spesso fuori dagli schemi di fare politica. Anche qui è stata la vita vissuta a prendere il sopravvento per raccontare chi fosse Tatarella, il politico con il gusto per la sfida, che quando si presentò il referendum sulla preferenza unica realizzò un tour nelle città dei «ras delle preferenze» o che individuò in Urso, allora ex militante “a riposo” del FdG, la figura adatta per fare da collante tra mondo missino e nuove realtà che si affacciavano alla nascita di Alleanza nazionale, l’intuizione politica che resterà per sempre legata al nome di Tatarella.
La Fondazione Tatarella diventa Onlus
Ma a distanza di vent’anni dalla morte, di Tatarella non resta solo ciò che ne viene raccontato nel libro, da pupilli, avversari, personalità del mondo della cultura che hanno avuto modo di apprezzarlo. Ne resta l’esempio. E, soprattutto, ciò che s’incarna nella fervida attività della Fondazione che ne porta il nome e che solo nell’ultimo anno ha inanellato una serie di traguardi che sempre più la proiettano nel futuro.Tra gli altri, la trasformazione in Onlus, l’ingresso nell’Aici, l’associazione delle istituzioni di cultura italiane, il riconoscimento del «notevole interesse storico» dell’archivio e dell’«eccezionale interesse culturale» della biblioteca da parte del Mibact, l’apertura del tesseramento, l’adesione tra gli altri della Regione Puglia, «guidata da Emiliano», come ricordato da Fabrizio Tatarella, a testimonianza di quanto ancora la figura di Tatarella sia in grado di unire, anche al di là delle appartenenze.