Caso Diciotti, il M5s si pente: ora è pronto a dire no al processo a Salvini

29 Gen 2019 14:51 - di Federica Parbuoni

Nella giunta per le immunità del Senato il M5S potrebbe votare a favore di Matteo Salvini, evitandogli il processo per il caso Diciotti. Il cambio di rotta, rispetto all’atteggiamento storico del movimento di fronte alle richieste di autorizzazione a procedere e rispetto anche alle dichiarazioni dei giorni scorsi, è attualmente motivo di un difficile confronto fra i grillini, messi politicamente all’angolo dalla situazione che si è venuta a creare. Un vicolo cieco che i vertici cinquestelle sono perfino riusciti a rendere più angusto con la mossa dell’autodenuncia ovvero dell’assunzione di una responsabilità collegiale del governo rispetto alle scelte fatte in agosto sullo sbarco dei migranti.

Il voto su Salvini? «Le cose sono cambiate nelle ultime ore»

La possibilità di votare contro il processo a Salvini, secondo quanto rivelato dall’agenzia di stampa Adnkronos, è assurta all’ordine del giorno dopo la lettera che il vicepremier e ministro dell’Interno ha scritto al Corriere delle sera per difendere il suo operato e chiedere che «il processo non sia fatto». Un’iniziativa di cui lo stesso Di Maio non era a conoscenza. E che qualcosa si stia muovendo lo ha confermato un deputato di peso come Emilio Carelli: «Non so se voteremo sì o no, perché le cose sono cambiate in queste ultime ore». Nelle file grilline c’è ormai la consapevolezza che intestarsi la linea dei porti chiusi, autodenunciandosi come governo nel suo insieme non regge con il voto a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. «Vorrebbe dire tenere un atteggiamento bipolare», ha sintetizzato un’autorevole fonte pentastellata.

E c’è chi pensa a una consultazione online

In ogni caso, il Movimento sa bene che lo snodo è cruciale. Da una parte la necessità di salvaguardare il governo, dall’altra l’esigenza di non tradire le parole d’ordine fondanti, che hanno prevalso anche quando si è trattato di mandare a processo esponenti grillini come Michele Giarrusso e Paola Taverna. I membri 5 stelle della Giunta intanto restano cauti e non si espongono sull’atteggiamento che terranno. «Quel che farò lo dirò nella sede competente», si è limitato a rispondere all’Adnkronos il senatore Mattia Crucioli, mentre qualcuno si lascia sfuggire a mezza bocca un’exit strategy cara al Movimento: «Ma perché non facciamo una votazione on line?».

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