Brexit, ecco i possibili scenari. E Farage avverte l’Ue: «Più voti con un secondo referendum»

16 Gen 2019 12:47 - di Aldo Garcon

Dopo la pesante sconfitta, con Theresa May “seppellita” da 432 voti contrari all’accordo con Bruxelles sulla Brexit, ecco quali sono i possibili scenari che si profilano. Subito dopo il voto di ieri, il leader laburista Jeremy Corbyn ha presentato una mozione di sfiducia che verrà discussa oggi ai Comuni a partire dalle 14, con il voto finale previsto alle 20. In base al “Fixed Term Parliament Act” del 2011, le elezioni politiche nel Regno Unito si svolgono solamente ogni cinque anni. Le prossime sono previste nel 2022. E tuttavia, se il governo stasera perderà la fiducia del Parlamento, scatterà un conto alla rovescia di quattordici giorni. Se durante questo periodo, l’attuale esecutivo o qualsiasi altro governo non ottiene una nuova fiducia, vengono indette le elezioni anticipate, per le quali devono trascorrere almeno 25 giorni lavorativi. Se invece la premier May riesce a sopravvivere al voto di fiducia, a quel punto il governo potrebbe chiedere ai Comuni di votare nuovamente l’accordo sulla Brexit, nella forma attuale o con delle modifiche. Il governo ha a disposizione anche altre opzioni, che aprono altrettanti scenari. Innanzitutto, in mancanza di novità rispetto al voto di ieri, si materializzerebbe l’ipotesi no deal. Secondo quanto stabilito dalla legge approvata dopo il referendum del 2016, il Regno Unito uscirà dall’Unione europea il 29 marzo di quest’anno. È possibile che il governo, di fronte a una “hard Brexit”, approvi una serie di misure per affrontare le difficoltà finanziarie, economiche e logistiche causate da un mancato accordo con la Ue. Una Brexit «ordinata resterà la nostra priorità assoluta», ma “nessuno scenario” può essere escluso. «Siamo appena a dieci settimane da fine marzo, cioè dal momento scelto dal governo britannico per diventare un Paese terzo. E mai il rischio “no deal” è parso così elevato come oggi”, ha sottolineato il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit Michel Barnier, a Strasburgo per la plenaria del Parlamento Europeo.

Altra possibilità è che il governo decida di negoziare un nuovo accordo per la Brexit. Non si tratterebbe di un semplice maquillage all’attuale testo, ma di una vera e propria riapertura del negoziato con Bruxelles, per la quale sarebbe probabilmente necessaria una proroga dell’articolo 50, per rinviare la data della Brexit. La proroga è però possibile solamente con il consenso di tutti gli stati membri della Ue. «Non credo che ci sia molto da cambiare», ha però detto oggi ai microfoni di Radio Anch’io su Rai Radio 1 il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, aggiungendo: «Al Regno Unito era stato concesso tutto ciò che chiedeva quando era parte integrante dell’Ue, tutto ciò che potevamo concedere senza ledere gli interessi dei cittadini europei: non credo che si possa aggiungere altro».

Brexit, Farage: «Vinceremo secondo referendum»

«Il popolo britannico è fatto di gente molto pacifica e rilassata, ma vi assicuro che, se si esagera, allora diventa un leone che ruggisce e contrattacca: saremo ancora più combattivi se dovremo affrontare un secondo referendum e lo vinceremo con una maggioranza più ampia». Lo dice l’ex leader dello Ukip Nigel Farage, intervenendo nella plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo. «Dite che non c’è sostegno per il no deal – continua rivolto al vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans – ma dicevate che non c’era sostegno neppure per la Brexit». Una hard Brexit «a che prezzo, dite? La libertà. Ma dubito che accadrà. Perché c’è una tradizione qui, come è accaduto in Danimarca e Irlanda, a far votare la gente due volte». Per Farage, «potremo benissimo finire a correre nelle prossime elezioni europee. E ci batteremo. E se il tradimento diventa completo e saremo costretti a votare in un secondo referendum, potreste avrete una grossa sorpresa».

 

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