«Aveva rotto il letto». L’assurda motivazione del tunisino che ha massacrato il bimbo di 7 anni

29 Gen 2019 9:46 - di Robert Perdicchi

«La cameretta era nuova, uno dei lettini aveva una sponda di legno e i bambini, saltandoci sopra per gioco, l’avevano rotta. L’avevamo appena comprato, a quel punto ho perso la testa…». La confessione di Tony Essobti, il tunisino naturalizzato italiano, è agghiacciante. La motivazione del gesto alla base della furia omicida che ha ucciso Giuseppe, il figlio della sua compagna, a calci, pugni e colpi di scopa, è la più assurda e ingiustificabile, ammesso che nel delitto di un bambino ci possa essere qualcosa di giustificabile. Tony ha ucciso Giuseppe, a Cardito, provincia di Napoli, massacrando di botte anche la sorellina, Noemi, di soli sette anni,  sotto gli occhi della mamma, Valentina Caso, 31 anni, originaria di Massa Lubrense e da poco trasferitasi a Cardito proprio per stare insieme al suo compagno.  Tony, negli interogatori, dice anche di essere «dispiaciuto» perché gli voleva bene e racconta che i bambini facevano chiasso, giocavano, si rincorrevano, saltavano quando a un certo punto, nel piccolo appartamento, “hanno spaccato la sponda di un letto». «Ma per noi era stato un sacrificio comprare quella cameretta, avevamo fatto sforzi enormi, e quando ho visto che cosa era successo mi sono infuriato», racconta Tony, 25 anni che su Fb esibiva le foto con i figliastri ma che spesso, anche in altre occasioni, era stato sorpreso in atteggiamenti violenti nei confronti dei bambini. Essobti, figlio di genitori tunisini, ha diversi precedenti per gli arresti e le denunce accumulati in passato per scippi e furti. Ora è accusato di omicido volontario.

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