Antartide, la spedizione italiana realizza laboratorio sotto i ghiacci marini
Il clima in Antartide sta cambiando rapidamente. E così, per studiare il fenomeno, l’Enea ha realizzato un laboratorio a 25,5 metri di profondità nelle acque gelide del Mare di Ross. Studiare i cambiamenti climatici in Antartide attraverso i processi di crescita di alghe coralline e piccoli invertebrati che rappresentano gli indicatori del cambiamento e in particolare dell’acidificazione degli oceani: questo il progetto biennale ”Ice-ClimaLizers” coordinato dall’Enea e realizzato nell’ambito della 34esima spedizione italiana in Antartide in collaborazione con due istituti del Cnr (Scienze Marine di Bologna e Ingegneria del Mare di Genova), Istituto di Oceanologia di Sopot (Polonia), Università di Portsmouth e Museo di Storia Naturale di Londra (Regno Unito) e Università della Borgogna (Francia). Finanziato dal Programma Nazionale per la Ricerca in Antartide (Pnra), Ice-ClimaLizers (Antarctic biomineralizers as proxies of climate change) rappresenta il primo progetto italiano sul clima incentrato sullo studio della crescita degli scheletri in carbonato di calcio degli organismi antartici. Nel corso di immersioni in acque a temperature sotto lo zero, i ricercatori hanno raccolto le specie target sui fondali dell’insenatura di Tethys Bay, coadiuvati dagli operatori subacquei della Marina Militare e con l’ausilio di un sottomarino Rov a comando remoto per l’esplorazione degli ambienti profondi (fino a 120 m) in Antartide. Le specie raccolte, riposizionate sul fondale di Tethys Bay in 12 gabbie dotate di sensori di luce e temperatura, saranno monitorate per un anno per registrare i principali dati ambientali (pH, temperatura, ossigeno, intensità luminosa, conducibilità). A fine 2019, saranno quindi confrontati i dati degli organismi con quelli ambientali registrati dalla sonda per validare la funzione degli scheletri minerali quali indicatori del cambiamento climatico e per comprenderne il potenziale di adattamento negli oceani del futuro.