Anche la Palombelli recita il “de profundis” al Pd: «Continua a sbagliare tutto…»

8 Gen 2019 14:50 - di Marta Lima

A Circo Massimo, su Radio Capital, Barbara Palombelli, giornalista di fama e moglie di Francesco Rutelli, si schiera decisamente dalla parte dei grillini sul reddito di cittadinanza. La conduttrice di “Stasera Italia”, su Rete 4, critica l’atteggiamento pregiudiziale del Pd, l’ex partito del marito, mentre elogia la visione dei leghisti sul provvedimento. «Molti, soprattutto della Lega, hanno parlato di dare il reddito direttamente a chi assume, e questo mi convince molto. Anche non alle aziende: io prenderei domani mattina una ragazza che vuole imparare a fare la giornalista, pagata dallo Stato o con una triangolazione. E credo che tutte le aziende prenderebbero delle persone da formare se gratis. A me piace questa parte, che mi sembra sia stata proposta da Siri. Poi naturalmente il REI esisteva, e quello serve ad assistere le famiglie disagiate. E al Pd dico: gridare contro il reddito di cittadinanza non gli porterà un voto».

Secondo la Palombelli, “c’è un po’ disaffezione nei confronti dei 5 stelle, ma non vedo particolari difficoltà”. «Anche perché è la prima volta nella mia vita che assisto all’assenza dell’opposizione. Quando mio marito fu eletto un’ora dopo Francesco Storace fece fabbricare non so quante migliaia di magliette con su scritto “Rutelli non è il mio sindaco”. L’opposizione arrivò quasi prima della conferma del risultato. Ed è stata la costante di quegli anni. Oggi ditemi, dopo due anni e mezzo di questo disastro riconosciuto anche da Grillo e dal governo, se vi viene in mente non dico un nome ma un vago fantasma di qualcuno che può essere l’alternativa alla Raggi». Per la giornalista, la Lega “ha una classe dirigente, diversamente dal 5 stelle, molto plurale, con diverse figure, da Giorgetti a Garavaglia a Zaia. In fondo la Lega è una grande squadra, il capitano deve stare in campo ma dovrebbe valorizzare anche un po’ di più tutta la squadra”. Il Pd, intanto, secondo la Palombelli, continua a sbagliare anche nel modo di fare opposizione: «Mi aspettavo che i candidati alla segreteria del Pd trovassero una chiave, una sintesi, una quadra. Non hanno trovato neanche il tempo di fare una cena, di prendere un aperitivo. Credo che un’opposizione serva anche al governo, per evitare tutta una serie di possibili rancorose reazioni. La cosa stupefacente è che il Pd prima ha scritto una legge proporzionale che costringe agli accordi e poi non vuole fare accordi con nessuno. Dovrebbero porsi il tema di dialogare, con Forza Italia, con il M5S, con chiunque, sulla base di un programma chiaro. Invece sembrano un partito da 3 o 4%, che vanno sempre a cercare il dettaglio che sono troppo piccoli per imporsi come forza di governo».

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