Una casa come “mazzetta”: condannato Raffaele Marra, ex fedelissimo della Raggi

13 Dic 2018 12:43 - di Lucio Meo
marra

Il tribunale di Roma ha condannato a 3 anni e 6 mesi Raffaele Marra, ex capo del personale in Campidoglio, in passato vicino a Virginia Raggi, nell’ambito del processo che lo vedeva imputato per corruzione con l’imprenditore Sergio Scarpellini, morto il 20 novembre scorso. Secondo l’accusa, l’immobiliarista Scarpellini aveva dato nel 2013 circa 370mila euro a Marra, all’epoca direttore dell’ufficio delle Politiche abitative del Comune di Roma e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa, per l’acquisto nel 2013 di un appartamento nella zona di Prati Fiscali. Il pm Barbara Zuin aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo. Marra dal canto suo, assistito dall’avvocato Francesco Scacchi, a distanza di 4 anni, a processo avviato e quindi con una tempistica sospetta secondo l’accusa, ha restituito i soldi a Scarpellini, 367mila euro che per la procura sono una mazzetta e che per la difesa sarebbero invece un prestito tra amici. I giudici della II sezione penale hanno disposto inoltre la confisca dell’appartamento al centro della vicenda e un risarcimento di 100mila euro in favore di Roma Capitale. Per Marra è stato inoltre dichiarato estinto il rapporto con la pubblica amministrazione.

Con la condanna di oggi a tre anni e sei mesi per l‘ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi, accusato di corruzione, si chiude in primo grado una vicenda giudiziaria iniziata esattamente due anni fa, quando scattarono le manette per l’imprenditore Sergio Scarpellini e per Raffaele Marra, già capo del personale del Campidoglio. I due vennero interrogati in carcere a Regina Coeli dal gip Maria Paola Tomaselli alla presenza della pm Barbara Zuin e del procuratore aggiunto Paolo Ielo. La posizione di Scarpellini, morto il 20 novembre, era stata già stralciata lo scorso luglio proprio per le sue gravi condizioni di salute. La Procura capitolina ha voluto fare luce sulla figura di Marra, finito poi a processo anche con la sindaca Virginia Raggi (poi assolta) per la nomina del fratello, Renato, alla direzione del dipartimento Turismo del Comune di Roma. Proprio nell’ambito di quel processo, l’ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri, ascoltata in aula, disse che in Campidoglio “erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, per sottolineare la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin”. Marra “era un uomo con un tenore di vita piuttosto sostenuto – ha riferito lo scorso luglio Paolo Sassi, dirigente di Roma capitale, ascoltato come testimone della Procura – Di lui mi colpì la sua rete di relazioni che aveva in molti settori. Quando ebbe frizioni con la sindacatura dell’epoca trovò subito un altro incarico di prestigio in Rai”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *